Pensiero del Giorno 11 dicembre

Domenica terza di Avvento- Anno A

“Vieni Signore a salvarci” (Is 35, 4)

Con la terza domenica di Avvento il pensiero del Natale, ormai prossimo domina liturgia e le imprime un tono festoso, Il Natale, infatti, celebra l’Incarnazione del Figlio di Dio, segna l’inizio della salvezza: l’umanità vede avverarsi la promessa antica e ha il suo Salvatore. Le letture del giorno sono un messaggio di consolazione e di conforto. «Dite agli smarriti di cuore: Coraggio! Non temete; ecco il vostro Dio… egli viene a salvarvi”. Allora si apriranno gli occhi dei ciechi e si apriranno le orecchie dei sordi. Allora lo zoppo salterà come un cervo, griderà di gioia la lingua dei muti» (Is 35, 4-6). Le parole di Isaia rivolte a confortare i deportati d’Israele, si applicano bene a tutti gli uomini che, desiderosi di convertirsi più profondamente a Dio, si sentono incapaci di svincolarsi dal peccato, dalla mediocrità, dalle vanità terrene e li incoraggia a confidare nel Salvatore. Egli verrà, infonderà forza, sosterrà i deboli, guarirà le ferite del peccato e porterà a tutti la salvezza.

La profezia però, con la venuta di Gesù si è compiuta anche in modo letterale e lui stesso se ne è servito per garantire la sua messianicità. Dalla prigione dove Erode lo aveva rinchiuso, il Battista segue l’attività di Gesù; sa che è il Messia, ma forse il suo comportamento tanto diverso da quello da lui vaticinato, lo rende perplesso; anche i suoi discepoli hanno bisogno di essere illuminati e Giovanni li manda a interrogare il Signore: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo attendere un altro?» (Mt 11, 3). Per tutta risposta Gesù presenta i miracoli compiuti: «Andate ad annunciare a Giovanni quello che udite e vedete: i ciechi vedono, gli storpi camminano, i lebbrosi sono mondati, i sordi odono, i morti vengono resuscitati, i poveri ricevono la buona novella». Il compimento della profezia di Isaia evidente. Ma Gesù aggiunge ancora: e beato colui che non troverà motivo di scandalo in me» Gesù compie la sua opera di Salvatore, non in una forma imponente, ma semplice, umile; non si presenta come un trionfatore, ma come un mite, un povero venuto a evangelizzare i poveri, a sanare i malati, a salvare i peccatori. Il suo stile poteva scandalizzare quelli che attendevano un Messia potente e glorioso; ed è invece di grande incoraggiamento che si sente povero, piccolo, malato, bisognoso di salvezza. Di fronte alla bontà e alla mitezza del Salvatore il cuore si dilata nella speranza.

Qui si riallaccia il messaggio della seconda lettura: «Rinfrancate i vostri cuori perché la venuta del Signore è vicina» (Gc 5,8). I sentimenti di fiducia con cui prepararsi al Natale sono i medesimi che devono disporre al ritorno glorioso del Signore, quando egli verrà non solo come Salvatore, ma anche come Giudice. Nell’attesa bisogna praticare il precetto dell’amore che rende benevoli e misericordiosi verso tutti, e «prendere a modello di costanza e di pazienza i profeti che hanno parlato nel nome del Signore». Come i profeti hanno tenuto lo sguardo costantemente rivolto a Salvatore promesso, così il cristiano deve vivere col cuore rivolto alla venuta di Gesù, che si rinnova ogni giorno mediante la Grazia e l’Eucaristia, che si fa più intima nella celebrazione devota del Natale, che diverrà definitiva e beatificante nell’ultimo giorno.

Sal 145 

O Signore, tu sei pietoso e pieno di compassione, longanime e grande nella tua bontà. Tu sei buono verso tutti; le tue misericordie vanno a tutte le tue opere…

Sei fedele in tutte le Tue parole, Signore; santo in tutte le tue opere. Tu sostieni tutti quelli che cadono, rialzi tutti quelli che sono prostrati. Gli occhi di tutti ti guardano con speranza… O Signore, tu sei vicino a quanti ti invocano con sincerità. Soddisfi i desideri di quelli che ti temono; ascolti il loro grido e li salvi… La mia bocca proclamerà la tua lode; ogni vivente benedirà il tuo santo nome in eterno e per sempre. 

Da: Intimità Divina, P Gabriele di S M Maaddalena, OCD

SANTA DOMENICA