Pensiero del giorno 11 ottobre
Ave Maria!
Ieri abbiamo riletto il messaggio che la Madonna ha lasciato ai Pastorelli il 13 Ottobre 1917, ora inizieremo a commentarlo con le illuminanti riflessioni teologiche del padre Lanzetta.
“Non offendano più il Signore”
Lucia aveva ricevuto dalle persone tante richieste da presentare alla Madonna, tante domande, per cui disse: «Io avrei molte cose da chiederLe: se cura dei malati e se converte alcuni peccatori, ecc.».
La Madonna rispose dicendo che alcune richieste le avrebbe esaudite, altre no. Poi si punta subito e di nuovo al cuore del Messaggio. Perché la Madonna non avrebbe esaudito alcune suppliche?
«Devono emendarsi; chiedano perdono dei loro peccati». E poi, assumendo un aspetto più triste, aggiunse: «Non offendano più Dio nostro Signore, che è già molto offeso». Queste parole della Madonna si impressero nel cuore dei Pastorelli come un sigillo, un monito incessante che li accompagnò per tutta la loro esistenza: per Giacinta e Francesco molto breve, per Lucia più lunga. Tali parole si impressero a fuoco nella loro anima. Ogni volta che la piccola Giacinta rievocava agli altri due l’importanza di offrire sacrifici, ricordava quel volto triste della Madonna.
La tristezza della Madonna
Bisogna concentrarsi su due aspetti importanti di questo messaggio: la Madonna che assume un volto triste e Dio offeso ai nostri peccati.
Quando la Madonna appariva ai Pastorelli era, di solito, avvolta da un fascio di luce che si sprigionava anche dalle sue mani e i bambini, immersi in quella luce, si vedevano riflessi in Dio. Ciò significa che la Madonna, poiché veniva dal cielo, da Dio, portava la luce di Dio e comunicava a questi bambini la Luce di Dio. Era avvolto dallo splendore, dalla bellezza, dalla gloria: la Luce simboleggia infatti la gloria di Dio che l’avvolge: anche la sua veste bianca è simbolo di questa chiarezza di Dio.
Per far poi comprendere ai bambini la gravità della perversità dell’uomo che continua ad offendere Dio, assume un atteggiamento triste.
La Vergine Santa è triste? In Paradiso non può essere triste perché vive nella gloria di Dio; assunta alla destra del Figlio, è glorificata in cielo in Cielo. In Cielo non si può essere tristi e nemmeno si può soffrire. Allora perché ora la Madonna del Rosario si mostra con un aspetto triste e con una voce dal tono accorato? Questo suo atteggiamento fu come un monito ai bambini e attraverso di loro anche a noi. Certamente ora la Madonna non può più soffrire e il suo volto non può più essere triste.
Si tratta, invero, di una permissione di Dio per farci “vedere” che il peccato arreca veramente un’offesa a Dio, che abbiamo provocato un’immensa tristezza di Gesù e di Maria nel momento della loro vita sulla terra, quando espiavano il nostro peccato, le nostre offese. Ricordiamo la parola di Gesù «Cosa debbo dire: Padre salvami da quest’ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest’ora!» (Gv 12,27), e ancora: «La mia anima è triste fino alla morte» (Mt14,34).
La Madonna era una cosa sola con Gesù e anche Lei, in quanto intimamente unita a Lui, partecipava di questa immensa tristezza è causata dal dolore del peccato. Non certo una tristezza manifestante il disordine delle passioni. La tristezza di Gesù e di Maria è causata unicamente dal dolore di vedersi offesi, dal dolore dell’ingratitudine dell’uomo. Si pensi al dolore che prova un genitore nel vedersi oltraggiato, disprezzato dal figlio al quale ha dato tutto: è un dolore incommensurabile! Se questo vale per un genitore, quanto più deve valere per Gesù nel vedersi maltrattato dall’ ingratitudine degli uomini; Lui ci ha dato tutto, ha offerto sé stesso ed è ancora calpestato dagli uomini! Il suo sudore di sangue nella Passione, la sua tristezza mortale, era proprio questo dolore dell’ingratitudine.
La Madonna, assumendo questo atteggiamento triste, comunicò ai bambini quanto la Passione di Gesù e la sua Compassione materna siano state veramente dolorosissime. La sua tristezza nel tempo dell’apparizione era rimando e allusione al tempo della Redenzione.
È un serio dovere riflettere sulle proprie mancanze verso Dio, sui propri peccati, che sono un oltraggio alla bontà di Dio, un calpestare la sua misericordia e il provocare una tristezza mortale di Gesù e Maria.
P Serafino Lanzetta, Fatima un Appello al Cuore della Chiesa, Casa Mariana Editrice, 2017, pag 122-123
Secondo giorno del Triduo
2. O Vergine Addolorata che manifestasti a Fatima il tuo Cuore circondato di spine chiedendo consolazione e promettendo la grazia di una buona morte, la conversione della Russia, ed il finale trionfo del tuo Cuore Immacolato, fa’ che seguendo il desiderio del C di Gesù siamo fedeli nell’offrirti il tributo di riparazione e d’amore da te richiesto nei primi sabati del mese, onde essere partecipi delle grazie promesse. Amen
Ave Maria…
Nostra Signora di Fatima, prega per noi!