Pensiero del giorno 14 novembre

 

IL VANGELO DI OGGI

+ Dal Vangelo secondo Luca
Mentre Gesù si avvicinava a Gerico, un cieco era seduto a mendicare lungo la strada. Sentendo passare la gente, domandò che cosa accadesse. Gli risposero: “Passa Gesù il Nazareno!”. Allora incominciò a gridare: “Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!”. Quelli che camminavano avanti lo sgridavano, perché tacesse; ma lui continuava ancora più forte: “Figlio di Davide, abbi pietà di me!”. Gesù allora si fermò e ordinò che glielo conducessero. Quando gli fu vicino, gli domandò: “Che vuoi che io faccia per te?”. Egli rispose: “Signore, che io riabbia la vista”. E Gesù gli disse: “Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato”. Subito ci vide di nuovo e cominciò a seguirlo lodando Dio. E tutto il popolo, alla vista di ciò, diede lode a Dio.

UNA RIFLESSIONE PER TE

Oggi il Vangelo ci propone Gesù con il cieco di Gerico. Ecco la sua invocazione è una testimonianza di fede. Proprio questa invocazione pone tutto l’episodio su un piano completamente diverso da quanto può apparire ad una prima lettura. Non è difficile capire che qui non si parla della sola vista fisica ma di tutta l’espressione della vita. La risposta di Gesù sottolinea questo diverso livello: a chi gli chiede la guarigione, Egli offre la salvezza. Scopriamo quindi l’effetto veramente principale della preghiera, della nostra preghiera. Tante volte poniamo nelle mani di Gesù i nostri affanni, i nostri problemi e ciò che ci angustia. Egli, se spinto dalla nostra fede, ci situa in un’altra prospettiva, ben più alta: la salvezza. La preghiera diventa quindi lode proprio quando scopriamo, con questo incontro personale di cosa veramente abbiamo bisogno. La vera preghiera, anche quella di richiesta è ringraziamento e lode verso il Signore. È bello, nell’episodio di oggi, che la lode prima è personale, del solo cieco, ma poi a lui si uniscono altre voci: proprio quelle che in un primo momento volevano quasi impedire questo incontro! Le prove della vita possono quindi avere una diversa valenza, in Cristo assumono un valore riparatore che ci invitano alla lode continua di Dio.

UNA PROPOSTA PER …”VIVERE”… LA PAROLA!

Carissima amica ed amico, buongiorno e buon inizio di settimana.  Al centro di questo breve episodio non c’è la potenza del miracolo, ma piuttosto la capacità di ascolto del Signore. Con uno stile maieutico, Gesù trae fuori dall’interlocutore la domanda per poter rispondere senza sovrastare, per guarire senza possedere l’altro. Spesso, invece, la nostra comunicazione manca di ascolto. In un’epoca in cui tutti tendono maggiormente a parlare, è difficile fermarsi e ascoltare. In genere, abbiamo le risposte pronte, tendiamo a dare consigli, anche se non richiesti, a imporre la nostra opinione prima ancora che chi parla con noi abbia finito di esporre la sua idea. A volte, sbagliamo anche nel non trovare la parola giusta, nel rinchiuderci in un mutismo che agghiaccia. E’ stato detto che ascoltare è farsi grembo, cioè fare spazio a chi ci parla, con stile materno. Mortificare un po’la nostra voglia di protagonismo e ospitare in noi la voce o la richiesta inespressa dell’altro. E’ così che si può generare vita, dare luce. Questa mattina ti invito a chiedere al Signore un cuore nuovo, capace di gratitudine e di speranza. Gratitudine, in risposta alla sua misericordia. Speranza, per credere che la cecità gridata a Dio è preludio di luce. Eleva al Signore, nella preghiera, questa invocazione: “Fa’ che io veda, Signore e sarai la mia luce; fa’ che io senta e sarai il mio canto. Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di noi, e il tuo popolo ti loderà per i secoli dei secoli. Amen”.

Don Mario

BUONA GIORNATA, BUON INIZIO DI SETTIMANA E

IL SIGNORE TI BENEDICA.