Pensiero del Giorno 15 marzo
15 Marzo
S A N G I U S E P P E MAESTRO DELLA SANTITA’
San Giuseppe nel Vangelo viene definito “giusto”, ed egli «meritò di essere chiamato giusto – scrive san Girolamo – perché possedeva tutte le virtù perfettamente, ed era in ogni cosa giusto perché compiva religiosamente tutta la Volontà di Dio, vivendo dell’amore totale a Dio e al prossimo».
Certo, pensando alla vita vissuta da san Giuseppe accanto a Gesù e alla Madonna per almeno trent’anni, come non capire e non credere che egli sia stato realmente il più grande fra tutti i Santi? Il fatto stesso che San Giuseppe
era il Capo della Sacra Famiglia,
era il Papà verginale di Gesù, Verbo Incarnato,
era lo Sposo vergine della Vergine Maria, la Madre di Dio
è più che sufficiente a farci ammettere che la santità e la grandezza di san Giuseppe sono superiori alla santità e grandezza di tutti gli Angeli e i Santi, e sono inferiori soltanto alla santità e grandezza della Madonna, la Madre di Dio.
Se san Paolo poteva dire a tutti i cristiani: «Siate miei imitatori, come io lo sono di Cristo» (1 Cor 4, 16), quanto più queste parole non dovevano valere per san Giuseppe che è vissuto con Gesù per tanti anni?… E’ san Giuseppe che, con la Madonna ha vito Gesù crescere fin dalla nascita, portandolo spesso in braccio, facendolo camminare, pregando insieme con lui, insegnando a lui pian piano anche l’arte del falegname…, sempre con lui fino alla maturità degli anni per poter iniziare la sua vita pubblica con la missione di Messia Salvatore.
Tutti quegli anni di vita d’unione d’amore con Gesù e con la Madonna, quanta grazia divina non hanno donato a san Giuseppe santificandolo di ora in ora, senza nessuna possibilità di confronto con qualsiasi altra creatura santa? Chi potrà dire gli affetti divini, gli sguardi, i sorrisi e le tenerezze divine fra san Giuseppe e Gesù? Soltanto nell’eternità potremo conoscere le meraviglie sublimi della vita di amore divino fra San Giuseppe e Gesù.
E’ stato scritto, infatti, che a proposito dei “contatti” con Gesù,
«A san Giovanni Battista e a santa Elisabetta bastò la vicinanza di Gesù Cristo, per sentirsi riempire di Spirito Santo.
Ai pastori, ai Magi, a Simeone, bastò vedere il Bambino Gesù o prenderlo fra le braccia per non avere altri desideri che delle cose celesti.
Alla Maddalena bastò prostrarsi ai piedi di Gesù e ascoltare le sue parole di vita eterna, per trasformarsi in un serafino d’amore.
All’evangelista San Giovanni bastò adagiare il capo suo Cuore adorabile di Gesù, per diventare l’apostolo della carità.
E allora, che cosa sarà accaduto di San Giuseppe, che visse per tanti anni con Gesù, per Gesù, della stessa vita di Gesù? Che cosa sarà stato do San Giuseppe che ebbe tanta parte nei misteri di Betlemme, di Gerusalemme, della fuga in Egitto e della vita privata del Redentore?
E’ certo che, quanto più i santi si avvicinano a Dio, tanto più ne risentono delle sue perfezioni. E quale dei Santi potrà uguagliarsi , dopo Maria, a San Giuseppe, che esercitò verso Gesù tutti gli uffici, tutti i ministeri del Padre?
San Giuseppe tenne sulla terra il primo posto nella gerarchia dei giusti. In Cielo, tiene il primo posto nella gerarchia dei Santi».
Inoltre, si può e si deve anche dire che san Giuseppe, per la sua altissima Santità, è ritenuto giustamente il “Maestro” della santificazione per tutti gli uomini, oltre che, in particolare per alcune determinate categorie di persone come i papà di famiglia, i nobili di nascita, gli esuli, gli educatori, i religiosi, i sacerdoti (oltre ai moribondi e agli operai, dei quali già si è parlato).
S a n t ‘ E f r e m S i r o
E’ uno dei primi Santi Padri, definito giustamente “L’arpa dello Spirito Santo”, poiché è stato veramente splendido e geniale poeta per le sue moltissime opere di dottrina cristiana scritte soprattutto per la Madonna, e anche per San Giuseppe. Riportiamo, qui, soltanto un pensiero sublime di sant’Efrem sulla paternità tenerissima di san Giuseppe a riguardo di Gesù.
«Giuseppe abbracciava con grande trasporto la persona del piccolo Figlio di Dio, e lo ossequiava sapendo che il bambino era Dio. Si congratulava con se stesso per avere avuto un così grande dono; riveriva il Giusto, obbediva ai suoi gesti, sempre ansioso di fare qualcosa di grande per Lui.
Perché, si chiedeva, io sono stato segnato da così grande onore, che il Figlio dell’Altissimo sia a me figlio?…
Davide, mio progenitore, portò un diadema regale, ma io, privo di quell’onore, ero nato in una suprema povertà: chi la natura stessa aveva destinato a essere re, fu invece fatto semplice falegname…
Ora però la corona che mi fu tolta ritorna, dopo che tra le mie braccia venne il Signore dei re».
Venerabile P. M a r i a n o da T o r i n o
«Quando penso a San Giuseppe, sposo di Maria Vergine … penso al Santo , oso dire, più familiare di tutti.
Non è lui il capo della Sacra Famiglia? Non è stato dichiarato “Patrono universale” della “famiglia delle famiglie”, che è la Chiesa?
Chi come lui è stato vicino, per tanti anni, a Gesù e alla sua Mamma?
Eppure non sappiamo di lui che sia mai andato in estasi, né che il suo corpo si sia mai sollevato da terra in aria. Il cuore, sì, ce l’aveva sempre in cielo, ma con i piedi toccava sempre la terra.
Semplice operaio, ha vissuto la vita che vivono i quattro quinti degli uomini, lavorando, faticando, sudando nell’umile mestiere di falegname… Che cosa volete di più accostevole?
Ma se poi mi accosto a lui, leggendone i pochi, discreti cenni che ne dà il Vangelo, sento per lui riverenza come per nessun altro Santo…».
Andare a scuola di santità da San Giuseppe, significa andare alla scuola delle grandi virtù cristiane da praticare nell’umiltà e carità, nel silenzio e raccoglimento, in unione di amore a Gesù e a Maria: amore senza interruzioni. E’ stata questa la scuola di San Giuseppe e deve essere anche la nostra: la scuola più umile e più sublime. Coraggio, avanti, senza sciupare ancora tempo!
DA “Il Mese di Marzo” di P Stefano M Manelli
Santa Giornata!
*Sesto Giorno della Novena a San Giuseppe