Pensiero del giorno 16 giugno

Ave Maria!

Nel rito antico, come anche nello Stato Vaticano e in tante diocesi del mondo, oggi si celebra la Solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo. Per lo più, nelle diocesi d’Italia si celebra domenica prossima; per tale motivo per  prepararci a questa grade solennità vogliamo soffermarci in questi giorni a meditare sul mirabile Sacramento dell’Eucarestia insieme a San Pier Giuliano Eymard.

L’EUCARISTIA NOSTRA VIA

Io sono la via, la verità e la vita.  Giovanni, XIV, 6.

  1. – Nostro Signore ha detto queste parole quando era visibilmente su questa terra. Ma esse si estendono più in là della sua vita mortale. Sono sempre pienamente vere, ed Egli può sempre dirle con tutta ragione dal Santissimo Sacramento. Vi sono nella vita spirituale delle vie immaginarie, dei sentieri di traverso che si possono seguire per un po’ di tempo e poi si abbandonano. Nostro Signore nel Santissimo Sacramento è la strada immutabile. Egli è di più il mezzo, il modello; che poco ci gioverebbe conoscere la via se Egli non c’insegnasse col suo esempio a percorrerla.

Non si arriva al Cielo che partecipando alla vita di Nostro Signore. Questa vita ci è data in germe nel Battesimo, gli altri sacramenti la fortificano, ma essa consiste soprattutto nella pratica e nella imitazione delle virtù del Salvatore. Ora per imitarle noi abbiamo bisogno di vedere Nostro Signore all’opera, di seguirlo in tutti i particolari del lavoro, dei Sacrifici che quelle esigono perché possano regnare in noi. Le sue virtù sono l’applicazione delle sue parole, i suoi precetti in atto. Per poterci perfezionare in esse dobbiamo venire al particolare, giacché la perfezione non si trova che nel particolare: Non est perfectum nisi particulare, dice la filosofia scolastica.

Il Verbo Eterno che voleva ricondurci al Padre, non potendo come Dio praticare le virtù proprie di noi uomini, le quali implicano tutte il combattimento e il Sacrificio, si è fatto uomo; ha preso gli strumenti nostri ed ha lavorato sotto i nostri occhi. E come in Cielo, ove è ritornato glorioso, non potrebbe più esercitare la pazienza, la povertà, la umiltà, si è fatto Sacramento per continuare ad essere il nostro modello.

Queste virtù non procedono più dalla sua libera volontà per modo da produrre gli atti mentori: né ha fatto il suo stato permanente e ne è come rivestito. Prima ne praticava gli atti: ora ne ha rivestito esteriormente lo stato. Nella sua vita mortale fu umile ed umiliato; ora regna glorioso, ma in una condizione esterna di umiltà nel Santissimo Sacramento. Ha unito a se inseparabilmente lo stato abituale delle virtù: contemplandolo, noi vediamo le sue virtù e sappiamo in qual modo farne gli atti. Togliete la sua umiliazione e cessa lo stato sacramentale. Togliete la sua povertà, supponete che Egli sia seguito da uno splendido corteo; noi saremo come annientati al cospetto della sua maestà, ma non vi sarà più l’attrattiva dell’amore, perché questo non si dimostra che discendendo. Gesù in Sacramento esercita la potenza, perdona le ingiurie anche più che sul Calvario. Là i suoi carnefici non lo conoscevano, qui è conosciuto e insultato. Egli prega per tante città deicide, dalle quali è proscritto. Senza questo grido di perdono non vi sarebbe più il Sacramento d’amore, che la giustizia circonderebbe e difenderebbe il trono di Gesù insultato.

Gesù pertanto non fa più gli atti delle virtù ma ne ha permanentemente lo stato; tocca a noi fare quegli atti, completare, per dire così, Gesù stesso, il quale forma in tal modo una sola persona morale con noi. Noi siamo i membri attivi di Lui, che è il nostro capo e il nostro cuore, tanto che Egli può dire: Io vivo ancora della mia prima vita. Noi completiamo, noi continuiamo Gesù.

II. – Là dunque, nel Sacramento, Gesù ci offre il modello di tutte le virtù; ne studieremo alcune in particolare. Nulla eguaglia la bellezza dell’Eucaristia! Ma solo le anime pie, che si comunicano e meditano, possono ciò comprendere. Gli altri non né intendono nulla. Poche persone pensano alle virtù, alla vita, allo stato di Nostro Signore nel Santissimo Sacramento. E’ trattato come se fosse una statua: si crede che sia là soltanto per ricevere le nostre preghiere e perdonarci. No, non è vero. Ivi Gesù vive di una vita perfetta: guardatelo, studiatelo, imitatelo. Quelli che non fanno così debbono risalire indietro diciannove secoli, leggere l’Evangelo e studiarsi di completarlo quanto ai particolari della vita intima, e non gustano la dolcezza di questa parola viva e presente: Io sono la vostra Via oggi ancora, sì. Io Stesso sono la vostra via!

San Pier Giuliano Eymard, La Santissima Eucarestia, Vol I.

SANTA  GIORNATA!

Giaculatoria da ripetersi durante la giornata:

O Mio dolcissimo Gesù Sacramentato, per il tuo trionfo universale, io ti prego, ti adoro e ti amo.