Pensiero del giorno 18 dicembre
Terzo giorno Novena di Natale
Gesù si è incarnato per glorificare Dio
e come conseguenza diretta per darci la pace.
Giudicando dalla nostra miseria e nullità, noi crediamo che Gesù Cristo nel farsi uomo abbia avuto solo uno scopo limitato a noi e che abbia voluto solo liberarci dal peccato. Invece non è così cari fedeli. Gesù è venuto per uno scopo più vasto e universale. Egli, che è Dio come il Padre e che è la Sapienza increata perché tutto fu fatto, è venuto a restaurare tutto nel suo Sangue Prezioso, per dare a tutto la vita di una carità infinita e per sollevare tutto l’universo al cielo in un inno di gloria a Dio. È venuto, per conseguenza, a dare pace agli uomini di buona volontà, cioè a quegli uomini che abbracciano volentieri le sue direttive di amore, che apprezzano la via da lui tracciata e che sanno gustare quanto sia dolce darsi totalmente a Dio. Meditiamo pertanto su questo fine così sublime che ha avuto Gesù buono.
Nel creare l’universo, Dio diffuse fuori di sé la sua bontà. Questi piccoli atomi, che vennero fuori come scintille di quell’infinito incendio di vita, non potevano starsene soli o appartati; essi, come diffusione di bontà Divina, dovevano ritornare a Dio e cantargli amore. Ma come può una creatura effondersi in Dio senza essere degna di lui? Ciò che è creato è fuori di Dio, ciò che è nel Cielo è come una nuova ricchezza di Dio, benché accidentale, perché è la sua gloria ad extra; nessuna creatura può dunque tornare a Dio senza la forza divina che la renda degna di Lui. Ecco il grande mistero dell’Incarnazione: Gesù viene, si umilia, si fa uomo, unisce l’umana natura con la sua Persona divina e per conseguenza rende divine le opere dell’umanità. Ecco la gloria di Dio.
Questo nostro cuore, quando si congiunge ai suoi fini, diventa equilibrato in Dio stesso, diventa sereno e calmo: ecco la pace. Noi siamo pieni di affanni perché non viviamo della divina Volontà. Se cercassimo sempre ciò che piace a Dio, saremmo in una pace arcana. Siamo pieni di timore perché non confidiamo in Dio e nella sua Volontà; siamo pieni di agitazione, perché non abbiamo fede nella volontà di Dio che tutto regge e tutto dispone.
Non vi è una felicità superiore a quelle dei Santi, anche sulla terra. Non vi è felicità più bella quanto quella di glorificare Dio. Dire sempre “Gloria a Dio”, “Dio sia lodato”, “Sia benedetto Dio” significa vivere in Lui e riposare in Lui. Significa assomigliare a Gesù che, come Verbo di Dio, è la glorificazione infinita di Lui.
Cari fedeli, non è vero che sulla terra non ci possa essere pace e felicità; la felicità è come un campo fiorito, al quale si accede per un tunnel oscuro. Rinunciamo al mondo, al peccato, alle illusioni del male, camminiamo coraggiosamente su questa via stretta e ci troveremo nel campo della pace.
Don Dolindo
SANTA GIORNATA!
Dolce mio Bambino, come io, sapendo quanto hai patito per me, ho potuto esserti tanto ingrato col darti tanti disgusti? Ma queste lacrime che spargi, questa povertà che hai eletta per mio amore, mi fanno sperare il perdono delle offese che ti ho fatte. Mi pento, Gesù mio, di quante volte ti ho voltato le spalle e ti amo sopra ogni cosa. Mio Dio, da oggi innanzi tu sarai l’unico mio tesoro ed ogni mio bene. Ti dirò con sant’Ignazio di Loyola: Dammi l’amor tuo, dammi la tua grazia, e sono ricco abbastanza. Niente più voglio, niente desidero, tu solo mi basti, Gesù mio, vita mia, amore mio.
3 Gloria al Padre…
Gesù Bambino, abbi pietà di noi.