Pensiero del Giorno 18 luglio

Ave Maria!

Continuiamo le nostre meditazioni sul Sangue Preziosissimo di Gesù.

Sul Calvario come la Madonna

modello più alto di partecipazione al Santo Sacrificio ci è offerto da Maria Santissima, la nostra divina Madre Corredentrice, insieme a San Giovanni Evangelista e alla Maddalena con le pie donne ai piedi della Croce. Assistere alla Messa, infatti, è come trovarsi sul Calvario. San Giovanni Paolo II in un discorso ai giovani disse con frase semplice stupenda: «Andare a Messa, significa andare al Calvario per incontrarci con Lui, nostro Redentore».

Un incontro di amore e di dolore con Gesù Crocifisso: questa è la partecipazione alla Santa Messa. «Non si può separare la Santissima Eucaristia dalla Passione di Gesù» gemeva fra le lacrime Sant’Andrea Avellino.

Un giorno un figlio spirituale e chiese a San Pio da Pietrelcina: «Padre, come dobbiamo partecipare alla Santa Messa?». Il Santo rispose: «Come la Madonna, San Giovanni e le pie donne sul Calvario, amando e compatendo». E sul messalino di un suo figlio spirituale San Pio scrisse: «Nel assistere alla Santa Messa accentra tutto te stesso al tremendo mistero che si sta svolgendo sotto i tuoi occhi: la Redenzione della tua anima e la riconciliazione con Dio».

«Durante la Messa sto appeso»

Un’altra volta, a San Pio venne chiesto: «Padre come mai Lei piange tanto durante la Messa?». «Figlia mia- rispose il padre-che cosa sono quelle poche lacrime di fronte a ciò che avviene sull’altare? Torrenti di lacrime ci vorrebbero!». E un’altra volta, ancora gli fu detto: «Padre quanto le tocca soffrire a stare per tutta la Messa in piedi, poggiato sulle piaghe sanguinanti dei piedi!» Il padre rispose: «Durante la Messa non sto in piedi: sto appeso». Che risposta!… Le due parole «sto appeso» esprimono fortemente al vivo quell’essere «crocifisso con Cristo» di cui parla San Paolo e che distingue la vera e piena partecipazione alla Messa da una partecipazione vana, accademica, magari chiassosa.

Qual è la nostra partecipazione alla Messa, di fatto? Qual è la nostra coimmolazione con Gesù Crocifisso all’atto della consacrazione?… La presenza del Redentore Crocifisso e della Corredentrice con l’anima trapassata dalla spada possono mai lasciarci tiepidi, se non addirittura indifferenti e distratti?

Se è vero che in questi momenti si è immersi in un mare di luce, si dovrebbe pur carpire almeno qualche raggio del mistero della presenza del Redentore e della Corredentrice!…

Non dimentichiamo, durante la Santa Messa, di impegnarci a fare nostra l’esortazione di Santa Chiara d’ Assisi: «Medita senza stancarti il mistero della Croce e i dolori della Madre ritta ai piedi della Croce» (Fonti francescane n. 2915).

 «È anche il tuo corpo…»

 Bellissimo è anche il piccolo episodio straordinario che si legge nella vita di San Benedetto. Un giorno, durante la Santa Messa, appena pronunziate le parole: «Questo è il mio corpo», san Benedetto, udì una risposta proveniente dall’ Ostia appena consacrata: «è anche il tuo Benedetto!». Anche il corpo di San Benedetto, dunque, faceva “unità” con lo stesso Corpo di Gesù nell’Ostia consacrata sulla patena!…

 la vera partecipazione alla Santa Messa- lo comprendiamo? – è proprio questa: ci deve trasformare in ostia con l’Ostia e nell’ Ostia!. 

Orbene, per vivere un’intensa vita eucaristico- mariana, che sia feconda di Grazia e di virtù, occorre il massimo e primario impegno proprio per la santa Messa quotidiana sia da parte dei sacerdoti che devono celebrarla, sia da parte dei fedeli che hanno la grazia di partecipare.

 San Massimiliano diceva ai sacerdoti con tutta chiarezza che bisogna accostarsi all’altare santamente, perché «la santità è necessaria per celebrare la Santa Messa», ed è necessaria anche per “partecipare” alla celebrazione.

Da: Amore al Corpo e Sangue di Gesù, di P Stefano M Manelli

SANTA GIORNATA!