Pensiero del Giorno 18 luglio

Ave Maria!

Misteri Dolorosi del Rosario

Ogni mattina noi ci rechiamo l’altare del Santo Sacrificio in nomine Christi et Mariae. La presenza dell’Immacolata Corredentrice, infatti, per celebrare santamente e partecipare fruttuosamente alla celebrazione della Santa Messa è di primario valore. Per questo, quando si può, è certamente utile meditare, già in preparazione alla Messa, i misteri dolorosi del Santo Rosario, che ci immergono nel mistero d’amore della Passione e Morte di Gesù per noi.

Il cuore della Santa Messa, poi, si sa bene, è la consacrazione del pane e del vino che vengono transustanziati nel Corpo e Sangue di Gesù, rinnovando sacramentalmente, in tal modo, il sacrificio della Croce sull’altare, diventato realmente e misticamente il vero Calvario.

Quale non deve essere, allora, la partecipazione viva del sacerdote celebrante e dei fedeli? La più vera partecipazione consiste nella coimmolazione con Gesù Crocifisso, qual era, nella sua perfezione eminente, la coimmolazione della Divina Madre Corredentrice sul calvario, in unità con il Figlio Redentore Crocifisso.

Diceva bene Santa Bernardetta Soubirous a un sacerdote novello: «Ricordati che il sacerdote all’altare è sempre Gesù Cristo in Croce».

E San Pietro D’Alcantara si vestiva per la Santa Messa come per salire sul Calvario, perché tutti gli indumenti sacerdotali hanno un riferimento alla Passione e morte di Gesù: il camice ricorda la tunica bianca con cui Erode fece vestire Gesù come pazzo; il cingolo ricorda i flagelli; la stola ricorda i legacci; la chierica ricorda la corona di spine; la pianeta segnata a croce ricorda la Croce sulle spalle di Gesù.

“Signore perdona loro!”

Chi ha assistito alla messa di San Pio da Pietralcina ricorda quelle sue lacrime e brucianti, ricorda quella sua imperiosa richiesta ai presenti di seguire la Santa Messa in ginocchio, ricorda il silenzio impressionante in cui si svolgeva il sacro rito, ricorda la sofferenza crudele che si sprigionava dal volto di San Pio quando sillabava a strappi violenti le parole della Consacrazione, ricorda il fervore della preghiera silenziosa dei fedeli che riempivano la chiesa, mentre le dita di molti sgranavano anche rosari per più di un’ora.

Ma la sofferta partecipazione di San Pio alla Santa Messa è quella stessa di tutti i santi. Le lacrime di San Pio erano come quelle di San Francesco d’Assisi (che a volte diventavano sanguigne), come quelle di San Vincenzo Ferreri, di Sant’Ignazio, di San Filippo Neri, di San Lorenzo da Brindisi (che arrivava a inzuppare di lacrime sette fazzoletti), di Santa Veronica Giuliani, di San Giuseppe da Copertino, di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, di Santa Gemma Galgani. Ma, del resto, come rimanere indifferenti di fronte alla Crocifissione e morte di Gesù?

Non saremo noi mica come gli apostoli addormentati nel Getsemani e tanto meno come i soldati che, ai piedi della croce, giocavano ai dadi, incuranti degli spasimi di Gesù morente!

Eppure, questa è l’impressione angosciosa che si prova oggi assistendo alle Messe cosiddette “beats”, celebrate al ritmo delle chitarre e delle tarantole, con donne in abiti sconci e giovani dalle fogge più stravaganti…

(“Signore perdona loro!”).

Anche San Giovanni Bosco si lamentava con amarezza di tanti cristiani che stanno in chiesa «volontariamente distratti, senza modestia, senza attenzione, senza rispetto, in piedi guardando qua e là…Costoro non assistono al divin Sacrificio come Maria Santissima e San Giovanni, ma come i Giudei, mettendo un’altra volta Gesù in Croce!».

Guardiamo alla Madonna e ai santi. Imitiamoli. Soltanto seguendo loro siamo sulla via giusta che «è piaciuta a Dio» (1 Cor1,21).

Da: Amore al Corpo e Sangue di Gesù, P Stefano M Manelli

SANTA GIORNATA!