Pensiero del Giorno 18 marzo

18  Marzo

  S A N   G I U S E P P E – MODELLO  DI  FEDE

 Noi sappiamo già che san Giuseppe era definito  «uomo giusto» (Mt 1, 19), e sappiamo anche che il “giusto”  «vive di fede» (Eb, 10, 38).  Le due cose vanno insieme proprio in san Giuseppe: egli fu realmente  “uomo giusto che visse di fede”. E visse di fede in maniera prodigiosa per i divini eventi di grazie straordinarie che riempirono la sua vita vissuta con la Madonna, Madre di Dio,  e con Gesù, Verbo Incarnato.

Grandissime furono le prove della fede per lui, e tutte le superò santamente, per cui possiamo e dobbiamo guardare a lui come al modello più alto della nostra fede, imitando il suo esempio splendido nell’affrontare e superare le difficoltà delle prove con una serenità e fortezza che ha certamente del prodigioso, come sappiamo dalle stesse pagine del Vangelo che ci riportano gli eventi riguardanti san Giuseppe.

Se pensiamo al matrimonio verginale  fra la Madonna e san Giuseppe, ossia al matrimonio con il voto (o il proposito) di viverlo sempre restando ambedue vergini intatti,  siamo già di fronte a un fatto di fede quasi incredibile, anche solo a pensarlo e tanto più a farlo. Quanta luce divina deve avere invaso le anime della Madonna e di San Giuseppe nel fare il voto di verginità per un matrimonio sempre verginale? Quali ispirazioni sublimi dall’alto deve avere avuto soprattutto san Giuseppe per impegnarsi in una vita tutta angelica?

  1. Ma poco dopo … ecco la prova amarissima di fede. Quando la Madonna, dopo l’annunciazione dell’Angelo Gabriele e l’evento soprannaturale dell’Incarnazione del Verbo nel suo grembo vergine, volle andare ad ein-Karen a visitare e aiutare la sua anziana parente, santa Elisabetta che stava per partorire san Giovanni Battista, avvenne che al suo ritorno a Nazareth, dopo tre mesi di assenza, san Giuseppe si accorse dei primi segni della maternità di Maria Vergine, e non poteva non restarne “tramortito”, non sapendo nulla dell’avvenuta Annunciazione e non potendo quindi spiegarsi quella gravidanza interamente misteriosa. Egli si trovò davvero immerso nel mistero.

Per grazia divina, ecco apparirgli l’Angelo nel sogno, che lo rassicura dell’evento divino:

«Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, poiché ciò che in essa è stato concepito è dallo Spirito Santo. Essa partorirà un figlio, e tu gli porrai il nome di Gesù, perché egli libererà il suo popolo dai peccati. Svegliatosi dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva detto l’Angelo del Signore» (Mt 1, 24). E Giuseppe fu pronto a credere a cose davvero straordinarie:

* credere alle parole dell’Angelo in sogno,

* credere all’Incarnazione del Verbo nel grembo vergine di Maria,

* credere alla Maternità divina di Maria,

* credere alla sua personale cooperazione al mistero dell’Incarnazione redentrice.

Davvero superna questa fede in germe che sosterrà san Giuseppe per tutta la sua vita!

  1. Altra prova di fede, fu la Natività di Gesù a Betlemme, dove San Giuseppe con la Madonna non trovarono neppure un alloggio, e dovettero ripararsi in una grotta-stalla fuori Betlemme, là dove, nella notte fredda, avvenne l’evento divino del parto verginale di Gesù, fasciato con pannolini e deposto in una misera mangiatoia (cf Lc 2, 4-7).

Quanti interrogativi avrebbero potuto disturbare san Giuseppe sulla sconvenienza totale di una grotta-stalla per il parto verginale del Figlio di Dio, collocato in una mangiatoia!… Ma nessun turbamento, invece, in san Giuseppe, allietato poi dal canto degli Angeli in coro nel Cielo di Betlemme.

 

  1. Altra prova di fede fu alla “Presentazione di Gesù Bambino al Tempio”, quaranta giorni dopo la nascita, secondo la legge di Mosè (cf Lc 2, 22-24). Al momento di grande gioia che si verificò al Tempio nell’incontro con il santo vecchio Simeone, il quale, preso Gesù Bambino fra le braccia, cantò il suo inno di gioia per aver veduto il Messia divino (cf  Lc 2, 25-32), seguì la profezia dello stesso santo vecchio Simeone a riguardo della dolorosa redenzione che il Messia doveva operare, con la partecipazione diretta della Madonna a cui una «spada avrebbe trapassato l’anima»(cf  Lc 2, 33-35).

Questo annuncio esplicito della Missione redentrice di Gesù,  con la sua Mamma, non poteva lasciare indifferente san Giuseppe, il quale comprese molto di più a quale compito era chiamato anche lui quale cooperatore attivo alla stessa opera redentiva, anche se alla fine egli non sarebbe stato più presente sulla terra al compimento finale della universale missione salvifica operata dal Figlio Redentore e dalla Madre Corredentrice.

  1. Altra prova ancora di fede, superata da san Giuseppe, avvenne in quella notte nella quale, all’improvviso «un Angelo del signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: Alzati, prendi con te il Bambino e sua Madre e fuggi in Egitto, e resta là finché non ti avvertirò, perché Erode sta cercando il Bambino per ucciderlo.  Giuseppe, destatosi, prese con sé il Bambino e sua Madre nella notte e fuggì in Egitto”»  (Lc 2, 13-14).

L’obbedienza pronta di Giuseppe per questa drammatica fuga. Obbedienza di pura fede, che poteva essere ostacolata da dubbi e interrogativi spontanei: dover fuggire, il Figlio di Dio?…  il “Re dei re”?…  Ha forse paura?… Come mai?… Nulla, nulla di tutto ciò, per san Giuseppe.  Egli obbedisce con la fortezza della fede, e si va avanti con fede pura e intrepida verso l’Egitto.

Che cosa non abbiamo noi tutti da imparare, alla scuola di san Giuseppe, se pensiamo alla nostra fede, quante volte bistrattata e messa in dubbio al minimo ostacolo che ci capita?…

Chiediamo a san Giuseppe la vera fede senza compromessi o mezze misure.

S a n   P i o    d a    P i e t r e l c i n a

                Per celebrare con viva partecipazione la lode della vita di fede di San Giuseppe con le sue virtù, San Pio da Pietrelcina si serviva volentieri, tra l’altro di un inno della Chiesa Greca che dice così:

«La tua anima fu obbediente al divino comando;

ricolmo di una purezza senza pari, o beato Giuseppe,

hai meritato di ricevere per sposa Colei che è pura e immacolata fra le donne;

tu fosti il custode di questa Vergine,

allorché ella meritò di divenire tabernacolo del Creatore…

Tu hai condotto dalla città di Davide in Egitto, la vergine pura,

simile a una nube misteriosa che tiene nascosto nel suo seno il Sole di giustizia…

O Giuseppe, ministro dell’incomprensibile mistero…

Tu hai assistito con saggezza, o Giuseppe,

il Dio divenuto bimbo nella carne; l’hai servito come uno dei suoi angeli;

egli ti ha illuminato immediatamente; tu hai colto in te i suoi raggi spirituali.

O Beato! Sei apparso tutto splendente di luce nel tuo cuore e nella tua anima.

Colui che con una parola ha formato il cielo, la terra e il mare

È stato chiamato il figlio dell’artigiano, figlio tuo, ammirabile Giuseppe!

Tu sei stato costituito padre di Colui che è senza principio

E che ti ha glorificato come ministro di un mistero che supera ogni intelligenza…

«Ogni creatura benedica il Signore e l’esalti nei secoli eterni. Amen».

Da “Il Mese di San Giuseppe” di P Stefano M Manelli.

SANTA GIORNATA!!!

*Nono giorno della Novena a San Giuseppe