Pensiero del giorno 18 novembre 2023

 

L’Eucarestia e la pena del danno 

La pena del danno, per tutte le anime, e specialmente per le più vicine alla gloria, è immensamente temperata dall’Eucaristia che è la presenza velata di Gesù. Per questo, da tante rivelazioni, sappiamo che quando si celebra la Messa per un’anima, essa non soffre o, per lo meno, ne è grandemente refrigerata, proprio per la presenza di Gesù sull’altare. Celebrandosi la Messa per lei, ed applicandola Dio all’anima penante, quando non vi è un ostacolo di giustizia che lo impedisca, l’anima ritorna quasi come pellegrina di amore sulla terra dove si celebra, si unisce alla Chiesa militante, partecipa al suo ineffabile tesoro Eucaristico e si trova con immenso amore vicino a Gesù, adoratrice amorosissima, attraverso il velo dell’Ostia Santa di Gesù, suo amore sua vita. Nessuna creatura della terra è adoratrice eucaristica come un’anima purgante che partecipa ad una Messa celebrata per lei o che si unisce per il suffragio all’adorazione della Chiesa per Gesù Sacramentato. 

Ne abbiamo un esempio bellissimo in una rivelazione di Santa Gertrude. A questa Santa apparve, subito dopo la morte, una religiosa morta nel fiore dell’età e nel bacio del Signore, dopo una vita passata in continua adorazione verso il Santissimo Sacramento.

Le apparve tutta sfolgorante di luce celeste, inginocchiata davanti al divino Maestro, che faceva partire dalle sue piaghe gloriose cinque raggi infiammati, che andavano a toccare dolcemente i cinque sensi della pia suora. 

Ciò nonostante sembrando la fronte di questa come offuscata da una nube di profonda di tristezza, Santa Gertrude, piena di meraviglia, domandò al Signore come mai, mentre egli favoriva la sua serva in modo tanto speciale, questa sembrava che non godesse di una gioia perfetta, Gesù rispose:« fino ad ora quest’anima fu giudicata degna di contemplare solamente la mia umanità glorificata e le mie cinque piaghe in considerazione della sua devozione verso il Mistero eucaristico, ma non può essere ammessa alla visione beatifica a cagione di alcune macchie leggerissime da lei contratte nella pratica della regola». 

E poiché la santa intercedeva per lei, Gesù le fece conoscere che senza numerosi suffragi quell’anima non avrebbe potuto terminare la sua pena. La defunta medesima fece cenno a Santa Gertrude di non voler essere liberata, prima di avere soddisfatto al suo debito. L’amore che aveva per Dio le faceva desiderare di comparirgli davanti tutta pura. L’amore che in vita aveva avuto a Gesù Sacramentato le faceva contemplare la divina umanità di Lui, come l’aveva contemplata velata nell’Ostia Santa.

Fonte: Chi morrà, vedrà, Sac Dolindo Ruotolo, CME Apostolato Stampa, pag 47-48

SANTA GIORNATA!