Pensiero del Giorno 19 aprile 2023
Seconda settimana di Pasqua- mercoledì
Amare con opere
«Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna»
Con queste parole del Vangelo della Messa ci viene esplicitamente ricordato che la Passione e morte di Gesù Cristo è la manifestazione suprema dell’amore di Dio per gli uomini. Il Padre ha preso l’iniziativa dell’amore, dandoci chi più ama, l’oggetto primo della sua compiacenza: suo Figlio. «Dio è amore. Questo è l’epilogo della rivelazione, questa è la sapienza che tutto spiega, questa è la legge della nostra liberazione, questa è la fede offerta all’umanità. Dio è amore, ed è lo Spirito Santo che così tutti ci convoca».
L’amore di Dio per noi culmina nel sacrificio del Calvario. Dio, che aveva fermato il braccio di Abramo, mentre questi stava per sacrificare il suo unico figlio, non fermò coloro che inchiodarono il suo Figlio Unigenito sulla croce. Per questo San Paolo esclama, pieno di speranza: «Egli che non ha risparmiato il proprio Figlio, […] come non ci donerà ogni cosa insieme con Lui?.
Il sacrificio di Cristo, è una chiamata incalzante affinché corrispondiamo al suo amore: “amor con amor si paga”. L’uomo è stato creato a immagine e somiglianza di Dio, e “Dio è amore”. Perciò il cuore dell’uomo è fatto per amare, e quanto più ama più si identifica con Dio; solo quando ama può essere felice. E Dio ci vuole felici, anche qui in terra.
L’uomo non può vivere senza amore.
La santificazione personale non è imperniata sulla lotta contro il peccato ma sull’amore a Cristo, che si mostra a noi profondamente uomo, conoscitore di tutto quello che ci riguarda. L’amore di Dio per gli uomini e degli uomini per Dio è un amore di amicizia reciproca. E una delle caratteristiche dell’amicizia è la confidenza. Per amare il Signore è necessario conoscerlo, parlargli. Lo conosciamo meditando la sua vita nel Vangelo, dove Egli ci appare profondamente umano e molto vicino a noi.
Lo frequentiamo nell’orazione e nei sacramenti, specie nell’Eucaristia. La contemplazione dell’umanità santissima del Signore- quando leggiamo il Vangelo e quando consideriamo i misteri del Rosario- accresce il nostro amore per Dio ed è un insegnamento vivo e immediato che ci indica come dobbiamo santificarci. Nella sua vita nascosta Gesù Cristo ha voluto trascorrere un’esistenza tra le più comuni, quella di un artigiano che lavora per sostentare la sua famiglia. E così lo vediamo per lunghi anni lavorare giorno dopo giorno, usando con cura gli strumenti della piccola bottega; prestare ascolto con semplicità e cordialità ai vicini che andavano da lui per ordinare un tavolo o le travi per la casa nuova; trattare con grande affetto sua Madre. Ecco come ha compiuto la volontà di suo Padre Dio negli anni della sua esistenza terrena. Guardando alla sua vita impariamo a santificare la nostra: il lavoro, la famiglia, l’amicizia. Tutto quanto è veramente umano può essere santo, può essere mezzo per amare Dio, perché il Signore nell’assumerlo, lo ha santificato.
DA: Parlare con Dio, Francisco Fernandez Carvajal, Vol II, Ed. Ares
SANTA GIORNATA!