Pensiero del giorno 19 settembre

Ave Maria!

IL VANGELO DI OGGI

+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Nessuno accende una lampada e la copre con un vaso o la mette sotto un letto, ma la pone su un candelabro, perché chi entra veda la luce. Non c’è nulla di segreto che non sia manifestato, nulla di nascosto che non sia conosciuto e venga in piena luce. Fate attenzione dunque a come ascoltate; perché a chi ha, sarà dato, ma a chi non ha, sarà tolto anche ciò che crede di avere».

UNA RIFLESSIONE PER TE

Con la parabola della lampada e del lampadario Gesù si rivolge a tutte le folle che lo seguono. Il messaggio del Vangelo odierno non è destinato ad un piccolo gruppo di prescelti; non è esclusivo per gli eletti ai quali sono state affidate delle precise responsabilità. Nel rivolgersi alle folle, Gesù indica che questo messaggio è destinato a tutto il popolo credente. Siamo, allora, tutti coinvolti in questa doppia parabola della luce e del lampadario; tutti in maniera indiscriminata, ognuno nel proprio ruolo. Proprio per l’universalità di questo messaggio siamo invitati a scoprirne il suo vero significato. Questa parabola può essere letta guardando soprattutto alla luce, che è Cristo. Noi siamo raffigurati come i lampadari, coloro che devono portare, trasmettere questa luce. Il messaggio di Gesù diventa allora l’invito alla testimonianza, nella nostra vita, di una fede genuina, vera, concreta e coerentemente vissuta. La domanda, però è: come possiamo diventare lampadari? Come realizzare questa testimonianza? La fede nella vera luce, come dono di grazia gratuito, indipendente dai nostri meriti, è assolutamente indispensabile. L’invito di Gesù è nel saper accogliere questo dono nell’ascolto vero della Parola. Dall’ascolto vero deriva, poi la possibilità di realizzare, il piano di amore che Dio ha prescelto per noi. Dall’ascolto deriva la purificazione del cuore per una vera conversione. Dall’ascolto noi diventiamo testimoni del Signore, nella vita e con la proclamazione della Parola. L’annuncio della Parola di Dio spetta, in forme diverse, a tutti noi. La nostra realtà di figli di Dio si fa essere annunciatori della Parola e del messaggio di salvezza. Con la vita, innanzitutto, possiamo proclamarci figli nel Figlio. La vita cristiana e dei cristiani dovrebbe essere sempre testimonianza viva e coerente del messaggio di Gesù.

UNA PROPOSTA PER …”VIVERE”… LA PAROLA!

Carissima amica ed amico, buongiorno e buon inizio di settimana.  “Fate attenzione a come ascoltate; perché a chi ha sarà dato, ma a chi non ha sarà tolto anche quello che crede di avere”. Questa affermazione c’interessa molto perché sottolinea al massimo un filone biblico importantissimo: quello dell’ascolto. Si capisce ben poco della nostra fede se non si coglie che viene ed è nutrita dall’ascolto, non dalla visione, com’è, invece, per altre religioni. Quante volte, sia nell’Antico che nel Nuovo Testamento, il testo è introdotto da questo invito: “Ascolta, ascoltate!” Qui poi l’accento deve essere messo su quel “come”. Si può infatti ascoltare la Parola superficialmente, si può ascoltare senza “obbedire” a ciò che essa dice. Quel ” fate attenzione a come ascoltate” sostanzialmente significa impegnarci ad approfondirla, ad accoglierla in un cuore che entra sempre più nella dinamica della conversione, che si fida di quanto ascolta da Dio e fa quello che la sua Parola indica o comanda. Questa mattina ti invito a verificare la tua vita in ordine all’ascolto della Parola: anzitutto se c’è ogni giorno, se dai a questo ascolto l’importanza che merita e se non è all’insegna della superficialità e della fretta che purtroppo caratterizza la nostra società efficientista e rumorosa. Nella tua preghiera puoi rivolgerti al Signore con questa invocazione: “Dammi un cuore capace di ascolto profondo e vivo, Signore. E rendi vero l’ascolto nell’obbedienza alla Parola, ogni giorno della vita. Amen”.

BUONA GIORNATA, BUON INIZIO DI SETTIMANA.

IL SIGNORE TI BENEDICA

Mese dell’Addolorata

Quarto dolore: INCONTRO CON GESÙ

Gesù prediceva agli Apostoli i dolori che l’attendevano nella Passione, per di­sporli alla grande prova: « Ecco, ascen­diamo a Gerusalemme ed il Figlio del­l’uomo sarà consegnato ai principi dei Sacerdoti e degli Scribi e lo condanne­ranno a morte. E lo daranno in mano ai gentili per essere deriso, flagellato e crocifisso, ed, il terzo giorno risorgerà » (S. Matteo, XX, 18).

Se Gesù disse questo più volte agli Apostoli, di certo lo disse anche alla Ma­dre sua, alla quale nulla nascondeva. Ma­ria Santissima conosceva attraverso le Sa­cre Scritture quale sarebbe stata la fine del suo Divin Figlio; ma sentendo la storia della Passione dalle labbra stesse di Gesù, il suo Cuore sanguinava.

Rivelò la Beata Vergine a Santa Bri­gida, che quando si avvicinava il tem­po della Passione di Gesù, i suoi occhi materni stavano sempre pieni di lacrime ed un sudore freddo le scorreva per le membra, prevedendo quel vicino spetta­colo di sangue.

Quando cominciò la Passione, la Ma­donna era a Gerusalemme. Non assistet­te alla cattura nell’orto del Getsemani e neppure alle scene umilianti del Sinedrio. Tutto questo era avvenuto di nottetem­po. Ma fatto giorno, quando Gesù fu con­dotto da Pilato, la Madonna potè essere presente ed ebbe sotto il suo sguardo Ge­sù flagellato a sangue, vestito da pazzo, coronato di spine, sputato, schiaffeggia­to e bestemmiato, ed in fine ascoltò la sentenza di morte. Quale madre avrebbe potuto resistere a tanto strazio? La Madonna non mori per la fortezza straordi­naria di cui era dotata e perché Dio la ri­servava a maggiori dolori sul Calvario.

Quando il doloroso corteo si mosse dal Pretorio per andare al Calvario, Maria, accompagnata da San Giovanni, vi andò ed attraversando una strada più breve, si fermò per incontrarsi con l’afflitto Ge­sù, che di lì sarebbe passato.

Era conosciuta dai Giudei e chi sa quante parole ingiuriose abbia udito con­tro il Divin Figlio e contro di Lei!

Secondo l’uso del tempo, il passaggio del condannato a morte era annunziato da un mesto suono di tromba; precede­vano quelli che portavano gli strumenti della crocifissione. La Madonna con lo schianto nel Cuore udiva, mirava e lacri­mava. Quale non fu il suo dolore quando vide passare Gesù carico della croce! Il volto insanguinato, la testa ricoperta di spine, il passo vacillante! – Le ferite e le lividure lo facevano sembrare un lebbro­so, quasi da non riconoscersi (Isaia, LITI). Dice Sant’Anselmo che Maria avrebbe

voluto abbracciare Gesù, ma non le fu concesso; si contentò di guardarlo. Gli oc­chi della Madre s’incontrarono con quelli del Figlio; non una parola. Che cosa sarà passato in . quell’istante tra il Cuore di Gesù ed il Cuore della Madonna? Non può esprimersi. Sentimenti di tenerezza, di compassione, d’incoraggiamento; visio­ne dei peccati dell’umanità da riparare, adorazione della volontà del Divin Pa­dre! …

Gesù continuò la via con la croce sulle spalle e Maria lo seguiva con la croce nel Cuore, diretti tutti e due al Calvario per immolarsi a bene dell’umanità ingrata.

« Chi vuol venire dietro a me, aveva detto un giorno Gesù, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua! » (San Matteo, XVI, 24). Anche a noi ripete le stesse parole! Prendiamo la croce che Dio ci assegna nella vita: o povertà o malat­tia o incomprensione; portiamola con merito e seguiamo Gesù con gli stessi sentimenti con cui lo seguiva la Madon­na nella via dolorosa. Dopo la croce c’è la gloriosa risurrezione; dopo il patire di questa vita c’è il gaudio eterno.

ESEMPIO Nel dolore si aprono gli occhi, si ve­de la luce, si mira al Cielo. Un militare, dedito ad ogni sorta di piaceri, non pen­sava a Dio. Sentiva il vuoto nel cuore e cercava di riempirlo con gli svaghi che gli permetteva la vita militare. Così con­tinuò, finché gli sopraggiunse una gran­de croce.

Preso dai nemici, fu chiuso in una tor­re. Nella solitudine, nella privazione dei piaceri, rientrò in se stesso e si accorse che la vita non è un giardino di rose, ma un intreccio di spine, con qualche rosa. Gli tornarono alla mente i buoni ricordi dell’infanzia e cominciò a meditare la Passione di, Gesù ed i dolori della Ma­donna. La luce divina rischiarò quella mente ottenebrata.

Il giovane ebbe la visione delle sue colpe, avverti la sua debolezza per tron­care ogni peccato ed allora ricorse per aiuto alla Vergine. La forza gli venne; non solo potè evitare il peccato, ma si diede ad una vita di densa preghiera e di aspra penitenza. Gesù e la Madonna ri­masero così lieti di questo cambiamento, che confortarono il loro figliuolo con del­le apparizioni ed una volta gli fecero ve­dere il Paradiso ed il posto che gli era preparato.

Quando fu liberato dalla prigionia, ab­bandonò la vita del mondo, si consacrò a Dio e divenne fondatore di un Ordine Religioso, detto dei Padri Somaschi. Mo­rì santamente ed oggi la Chiesa lo vene­ra sugli Altari, San Girolamo Emiliani.

Se non avesse avuto la croce della pri­gionia, forse quel militare non si sarebbe santificato.

di Don Giuseppe Tommaselli