Pensiero del giorno 2 ottobre

Ave Maria!

XXVII Domenica del Tempo Ordinario

Santi Angeli Custodi

 

Dal vangelo secondo Luca (17, 5-10)
In quel tempo, gli apostoli dissero al Signore: «Accresci in noi la fede!».
Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sràdicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe. Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, stríngiti le vesti ai fianchi e sérvimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti? Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”».

Riflessione

Le letture della S. Messa di questa XXVII domenica del tempo ordinario (anno C) ci propongono il tema della fede. Davanti al male che ogni giorno cerca di schiacciarci, Dio sembra non intervenire. Contese, oppressione, iniquità, violenza e il grido dell’orante che non riceve risposta: “Fino a quando, Signore, implorerò aiuto e non ascolti?” La risposta di Dio, in realtà, non è una facile consolazione: egli parla di un’attesa ancora lunga. Ciò che conta è restare saldamente ed unicamente ancorati a Dio; credere al suo amore nonostante ogni apparenza contraria, perché la sua parola non ci può ingannare: “se indugia, attendila, perché certo verrà e non tarderà”. Per questo la fede è l’unica via percorribile per rimanere in vita in questo contesto di morte: “il giusto vivrà per la sua fede”. Per questo la fede è l’unica garanzia di vittoria contro le potenze infernali: è la vittoria che ha sconfitto il mondo (1Gv5,4). La fede infatti non consiste tanto in un assenso intellettuale ad una serie di verità astratte, ma è l’adesione incondizionata ad una persona, a Dio che ci propone il suo amore in Cristo morto e risorto. Per questo la fede è obbedienza a Dio, comunione con lui, dono dello Spirito Santo che abita in noi e che ci aiuta a custodire e ad accrescere il bene prezioso della grazia che ci è stata offerta a prezzo del sangue di Cristo. “Dio infatti non ci ha dato uno spirito di timidezza, ma di forza, di carità e di prudenza” (2Tm 1,7). Davanti alle esigenze della sequela di Gesù che comanda il perdono al fratello che sbaglia, gli Apostoli chiedono a Gesù di aumentare la loro fede. Senza una grande fede è impossibile perdonare chi ti ha offeso e amare chi ti ha fatto del male. E Gesù, quasi a voler far crescere negli Apostoli ancora di più il desiderio della fede, risponde con una frase iperbolica per affermare che è sufficiente anche una piccolissima fede per ottenere grandi miracoli. Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sràdicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe. Nulla è impossibile alla fede. A tale riguardo la vita dei Santi è piena di episodi che testimoniano questa verità evangelica. Ci sono racconti di miracoli talmente straordinari nella vita di alcuni Santi che subito si pensa all’esagerazione e all’invenzione narrativa per esaltarne la figura. Questo approccio minimalista e razionalista faceva indispettire il Santo curato d’Ars che, al contrario, narrava sempre le storie di grandi miracoli, perché diceva che negarli significa non credere nell’onnipotenza divina. La forza della fede, infatti, non risiede in sè stessa, ma nella potenza di Dio che compie tutto ciò che vuole. Quando Gesù, camminando sulle acque con Pietro che comincia a sprofondare per la paura del vento, lo apostrofa come “uomo di poca fede” in realtà gli sta dicendo che ha una fede vacillante perché ha permesso al dubbio di prendere il sopravvento. Crescere nella fede vuol dire allora rendere la propria adesione a Cristo sempre più solida, come una casa sulla roccia. Così san Paolo esortava i discepoli di Antiochia a “restare saldi nella fede poiché diceva è necessario attraversare molte tribolazioni per entrare nel regno di Dio” (At 14,22). Così Maria ai piedi della croce che “stava” con fermezza, pienamente uniforme al Figlio nel dolore e nell’offerta al Padre, quale Corredentrice. È questo allora il miracolo più grande della fede: rimanere fermi al proprio posto nelle prove dolorose della vita, senza chiudersi in sé stessi e continuando a credere nell’amore di un Padre buono che si prende cura dei suoi figli, fino a conoscerne ogni singolo capello. È questa la fede che realizza la cosa più assurda dal punto di vista umano: trasformare il dolore nella gioia della redenzione. Ci affidiamo alla protezione dei nostri Angeli Custodi, perché ci aiutino a crescere nella fede illuminando con la luce divina gli eventi della vita, custodendo il dono della grazia che è in noi, reggendo il nostro impegno nella pratica delle virtù e governando le nostre facoltà secondo la legge di Dio.

SANTA DOMENICA!

Mese di Ottobre

2° giorno: Il Santo Rosario; Scuola di vita cristiana