Pensiero del giorno 2 settembre
Ave Maria!
IL VANGELO DI OGGI
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, gli scribi e i farisei dissero a Gesù: “I discepoli di Giovanni digiunano spesso e fanno orazioni; così pure i discepoli dei farisei; invece i tuoi mangiano e bevono!”. Gesù rispose: “Potete far digiunare gli invitati a nozze, mentre lo sposo è con loro? Verranno però i giorni in cui lo sposo sarà strappato da loro; allora, in quei giorni, digiuneranno”. Diceva loro anche una parabola: “Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per attaccarlo a un vestito vecchio; altrimenti egli strappa il nuovo, e la toppa presa dal nuovo non si adatta al vecchio. E nessuno mette vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo spacca gli otri, si versa fuori e gli otri vanno perduti. Il vino nuovo bisogna metterlo in otri nuovi. Nessuno che beve il vino vecchio desidera il nuovo, perché dice: Il vecchio è buono!”.
UNA RIFLESSIONE PER TE
Il digiuno, per noi, credenti in Cristo, è un gesto penitenziale e di espiazione, scandito da precisi momenti liturgici e affidato alla generosità dei singoli. Digiunando intendiamo partecipare personalmente e comunitariamente alle sofferenze di Cristo per aggiungere quello che manca alla sua passione. Digiuniamo anche per allenare il nostro spirito alle scelte migliori e ai decisi rifiuti delle tentazioni. Nei momenti di gioia siamo sollecitati ad esprimere tutta la nostra partecipazione: dobbiamo rallegrarci nel Signore per la sua presenza viva, per la sua risurrezione, per i suoi doni e le sue grazie. Quando lo Sposo è presente e la festa delle nozze è in atto, noi, come invitati, dobbiamo doverosamente rallegrarci nel Signore. Non può essere quello il tempo del digiuno. La festa cristiana ha le sue preminenti motivazioni nella fede e mai soltanto negli eventi umani. La liturgia, quando è intensamente vissuta, ci unisce alla festa perenne del cielo facendoci ripercorrere i momenti della storia della nostra salvezza.
UNA PROPOSTA PER …”VIVERE”… LA PAROLA!
Carissima amica ed amico, buongiorno. Gioia e dolore, festa e lutto, scandiscono la nostra vita fino all’approdo fanale, alle nozze eterne, alla pasqua finale, dove «Non ci sarà più la morte, né lutto, né lamento, né affanno, perché le cose di prima sono passate». Gli apostoli sono con lo Sposo, con Cristo e non possono e non debbono digiunare. Verrà anche per loro il momento della passione, della croce e allora lo sposo scomparirà dai loro occhi. Allora avranno sì, motivo di digiunare e di rattristarsi. E noi? È difficile scoprire le cause del nostro lutto e delle nostre più profonde tristezze? Questa mattina ti invito a scandagliare bene il tuo cuore per presentare al Signore la tristezza che risiede nel suo profondo. Nella preghiera, invoca il Signore dicendo: “Signore, scandaglia tu i miei pensieri e purifica i miei sentimenti. Guidami sulla retta via del tuo amore. Amen”.
Don Mario
BUONA GIORNATA E IL SIGNORE TI BENEDICA.
Pensiero sul mese dell’ Addolorata
Se guardate il suo dolore il vostro si attenua.
Perché la Madonna vuole che noi compatiamo i suoi dolori?
Perché compatendoli noi ne approfondiamo il mistero, e vedendone la gravità, rimaniamo confortati nei nostri dolori. Se uno grida, perché s’è punto il dito con uno spillo e vede poi uno che è stato allora allora operato di laparatomia, non ha più il coraggio di piangere per la propria puntura. Noi meditiamo i dolori umani attraverso il dolore di Giobbe per elevarci alla contemplazione dei dolori di Gesù, di cui Giobbe fu figura profetica, e dei dolori di Maria, che sono inseparabili da quelli di Gesù, e di fronte a questi dolori immensi e gravissimi sotto tutti i rapporti, vediamo sempre più la minore proporzione dei nostri dolori e ci sentiamo confortati. E non solo confortati nel confronto dei nostri dolori con quelli di Maria Santissima, ma anche nell’ aiuto che riceviamo dalla Mamma nostra, la cui protezione sentiamo al vivo e realmente, perché chi ha sofferto compatisce e aiuta chi soffre anche in minore proporzione.
Sac Dolindo Ruotolo