Pensiero del giorno 23 marzo 2024

 

“Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno”

Si spiega letteralmente la prima parola:

Pater dimitte illis, non enim sciunt quid faciunt ..

Luc. 23, 34

Mentre crocifiggevano il Signore, sotto i suoi occhi medesimi fra di loro si dividevano le sue vesti; altri si prendevano beffe ed altri lo insultavano come di un seduttore, e di un menzognero: ed Egli intanto vedendo e ascoltando siffatte cose, e soffrendo un acerbissimo spasimo per la recente crudelissima trafittura delle mani e dei piedi rendendo bene per male diceva:

Padre perdona loro.

Lo chiama Padre, non Dio o Signore, poiché in quel momento c’era bisogno della benignità di un Padre, non del rigore di un giudice, e perché a placar Dio

certamente sdegnato per empietà così enormi conveniva ricordare l’amabile nome di Padre. Pertanto la voce Pater sembra aver questo senso se io che son tuo Figlio e patisco, e ciò nonostante perdono loro, perdonali tu pure o Padre; donala a me tuo Figlio questa offesa quantunque essi non ne siano degni.

Ricordati ancora che tu sei loro Padre per creazione nella qual li formasti a tua immagine e somiglianza. Mostra pertanto ad essi la paterna tua carità, poiché se sono malvagi, non lasciano ciò nondimeno d’esser tuoi figli.

Perdona

Questa parola contiene il complesso della preghiera che porge il Figliuol di Dio al Padre suo come avvocato de suoi nemici. Egli perdonò ai suoi nemici in quanto alla pena e alla colpa…

Loro

Sembra che principalmente intendesse di pregar per quelli che realmente l’avevano confitto in croce, e divisero le sue vesti, e poi per tutti quelli che furono causa dei suoi tormenti, come Pilato che pronunziò la sentenza, il popolo che esclamò “crocifiggilo”,i principi, i sacerdoti, e gli scribi che lo calunniarono, e per risalire più indietro, anche al primo uomo, e tutti i suoi discendenti che col peccato furono causa della passione di Cristo. Pregò pertanto il Signore dalla sua croce il perdono per tutti i suoi nemici fra i quali eravamo compresi anche noi, poiché al dir dell’Apostolo quando eravamo nemici, fummo riconciliati con Dio mediante la morte del Figliuolo suo. Quindi noi tutti anche prima di comparire al mondo fummo annoverati nel santissimo memento per dir così, col qual Cristo Sommo Pontefice pregò in quella Messa augustissima che fu da lui consumata sull’altar della croce.

Qual ricambio darai tu al Signore o anima mia per quanto Egli fece per te anche prima che tu fossi? Vide ben egli, l’amoroso Signore, che tu pure saresti stato un tempo nel numero de’ suoi nemici, e senz’essere stimolato ne’ dai tuoi desideri, nè dalle tue istanze, pregò il suo Padre onde non fossi incolpato di tanta insania. Non dovresti tu dunque tener sempre vivo il ricordo di un così dolce avvocato, e adoperarti con ogni studio per non lasciarti sfuggire occasione alcuna per prestargli servizio?

Anzi non sarebbe ancora ben conveniente, che stimolato da un tanto esempio, apprendessi non solo a perdonar prontamente ai nemici, e pregar per loro, ma anche ad eccitarvi gli altri con ogni impegno?

Fonte: Estratto da “Le Sette Parole di Gesù in Croce”, San Roberto Bellarmino, Libro I, Capitolo I, Venezia, 1802.

 

SANTA GIORNATA!