Pensiero del giorno 22 novembre 2023

 

MERCOLEDI’ 22 NOVEMBRE, S Cecilia Vergine e Martire

PREGHIERA DEL MATTINO

O Dio, che ci rallegri con l’annuale solennità della tua beata Vergine e Martire Cecilia; concedi, che, come la veneriamo con l’omaggio, così la seguiamo anche con l’esempio d’una pia condotta. Amen.

IL VANGELO DI OGGI

+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse una parabola perché era vicino a Gerusalemme e i discepoli credevano che il regno di Dio dovesse manifestarsi da un momento all’altro. Disse dunque: “Un uomo di nobile stirpe partì per un paese lontano per ricevere un titolo regale e poi ritornare. Chiamati dieci servi, consegnò loro dieci mine, dicendo: Impiegatele fino al mio ritorno. Ma i suoi cittadini lo odiavano e gli mandarono dietro un’ambasceria a dire: Non vogliamo che costui venga a regnare su di noi. Quando fu di ritorno, dopo aver ottenuto il titolo di re, fece chiamare i servi ai quali aveva consegnato il denaro, per vedere quanto ciascuno avesse guadagnato. Si presentò il primo e disse: Signore, la tua mina ha fruttato altre dieci mine. Gli disse: Bene, bravo servitore; poiché ti sei mostrato fedele nel poco, ricevi il potere sopra dieci città. Poi si presentò il secondo e disse: La tua mina, signore, ha fruttato altre cinque mine. A questo disse: Sarai tu pure a capo di cinque città. Venne poi anche l’altro e disse: Signore, ecco la tua mina, che ho tenuto riposta in un fazzoletto; avevo paura di te che sei un uomo severo e prendi quello che non hai messo in deposito, mieti quello che non hai seminato. Gli rispose: Dalle tue stesse parole ti giudico, servo malvagio! Sapevi che sono un uomo severo, che prendo quello che non ho messo in deposito e mieto quello che non ho seminato: perché allora non hai consegnato il mio denaro a una banca? Al mio ritorno l’avrei riscosso con gli interessi. Disse poi ai presenti: Toglietegli la mina e datela a colui che ne ha dieci. Gli risposero: Signore, ha già dieci mine! Vi dico: A chiunque ha sarà dato; ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha. E quei miei nemici che non volevano che diventassi loro re, conduceteli qui e uccideteli davanti a me”. Dette queste cose, Gesù proseguì avanti agli altri salendo verso Gerusalemme.

UNA RIFLESSIONE PER TE

Il viaggio verso Gerusalemme volgeva ormai alla conclusione. I discepoli covavano aspirazioni e sogni per una prossima manifestazione gloriosa del regno di Dio. Mentre tutti attendevano una sua rivelazione spettacolare, il problema era invece come riconoscerlo e accettarlo nella piccolezza e nel nascondimento? La parabola che segue spiega e aggiunge anche un altro elemento: il regno di Dio non è un evento sensazionale da attendere per il futuro, è invece la chiamata ad agire qui e ora come Zaccheo. Un uomo di nobile casato partì per un paese lontano e, chiamati dieci servi consegnò loro dieci mine, dicendo: “Impiegatele fino al mio ritorno”. Il titolo regale che riceverà è inizialmente adombrato nella modesta manifestazione popolare di trionfo, compiuta dai discepoli e dal popolo. Lo riconoscono come re messianico, e lodano Dio a gran voce, dicendo: “Benedetto colui che viene, il re, nel nome del Signore”. Ma questa scena di trionfo in Gerusalemme, immediatamente prima della sua passione, si comprenderà solamente nella sua pienezza, quando Gesù in un paese lontano, nell’alto dei cieli, diventerà al cospetto del Padre effettivamente Cristo Signore. I concittadini che lo odiano e non ne vogliono la regalità, addirittura: “Gli inviano dietro una delegazione a dire: Non vogliamo che costui venga a regnare su di noi”. Sono coloro che non hanno e non vogliono riconoscerlo come Messia. Ma c’è anche un giudizio emesso dal re sul servo che, “per paura ha nascosto la mina senza neppure farla fruttificare in una banca”. La parabola è un’allegoria della partenza e del ritorno del Signore. Partito con la sua morte e la sua ascensione, tornerà definitivamente a salvarci nel giorno del giudizio. Questi sono i due confini che racchiudono la storia umana. Nel mezzo c’è il tempo del suo e nostro viaggio, in cui siamo mandati ad operare per il bene nel suo Spirito.

UNA PROPOSTA PER …”VIVERE”… LA PAROLA!

Carissima amica ed amico, buongiorno. Quando perdiamo di vista l’eternità tutto ci diventa angusto e povero, tutto diventa difficile da vivere e da sopportare. Gli spazzi dello spirito davvero non hanno confini se non siamo noi a limitarli. Se alle nostre azioni quotidiane non diamo delle finalità che trascendano quelli più immediati, è facile che ci possa capitare di mettere sotto terra il nostro prezioso talento o nascondere nel fazzoletto la nostra unica mina. Come è facile ed assurdo cadere nella tentazione di pensare di arricchirci di cose e poi perdere la vera ricchezza che impreziosisce tutta la nostra esistenza. Questa mattina ti invito a prendere coscienza delle doti che il Signore ti ha dato. Come le sta usandole? Le tieni nascoste o le usi per proclamare il Regno con la tua vita? Nella preghiera, eleva la tua invocazione al Signore dicendo: “Signore Gesù, aiutami a vivere in coerenza con i doni che mi hai dato con una vita impegnata, vissuta nella fede, professata con coraggio e testimoniata con le opere! Amen”.

BUONA GIORNATA E IL SIGNORE TI BENEDICA