Pensiero del giorno 26 ottobre

Ave Maria!

IL VANGELO DI OGGI

+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù passava per città e villaggi, insegnando, mentre era in cammino verso Gerusalemme. Un tale gli chiese: “Signore, sono pochi quelli che si salvano?”. Rispose: “Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, vi dico, cercheranno di entrarvi, ma non ci riusciranno. Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: Signore, aprici. Ma egli vi risponderà: Non vi conosco, non so di dove siete. Allora comincerete a dire: Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze. Ma egli dichiarerà: Vi dico che non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori d’iniquità! Là ci sarà pianto e stridore di denti, quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, e voi cacciati fuori. Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. Ed ecco, ci sono alcuni tra gli ultimi che saranno primi e alcuni tra i primi che saranno ultimi”.

UNA RIFLESSIONE PER TE

È uno degli interrogativi fondamentali che ognuno di noi si pone. Tutta la nostra vita è orientata verso un approdo finale, che è appunto la salvezza. Oltre che essere l’obiettivo della nostra fede, per noi esseri umani, fatti ad immagine somiglianza di Dio, è istintivo il bisogno di immergerci di nuovo in Colui donde abbiamo tratto la vita e l’esistenza. Quell’alito che Egli ha soffiato su di noi deve tornare alla sua fonte. Tuttavia con la nostra esistenza stiamo facendo un difficile cammino di ritorno alla Casa paterna donde ci eravamo allontanati, abbagliati dall’illusione della libertà senza confini. Per questo Gesù rispondendo alla domanda afferma: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, vi dico, cercheranno di entrarvi, ma non ci riusciranno». La porta è diventata stretta per noi dopo l’abbandono. Ci è consentito di rientrarvi solo se siamo capaci di diventare piccoli nell’umiltà del pentimento e del filiale abbandono. Non sono ammessi colpevoli ritardi perché ignari del momento e dell’ora in cui lo sposo verrà, se non pronti con l’abito nuziale e con le lucerne accese, potremmo sentirci dire: «Non vi conosco, non so di dove siete». In un altro passo Gesù ci ammonisce: «Chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell’uomo lo riconoscerà davanti agli angeli di Dio; ma chi mi rinnegherà davanti agli uomini sarà rinnegato davanti agli angeli di Dio». Sappiamo che «conoscere» nel linguaggio biblico significa amare, quindi quel «non vi conosco» sarà l’esplicita dichiarazione della nostra mancanza di amore, ciò che spegne la lucerna e imbratta inevitabilmente il nostro abito. A nulla allora servirà vantare superficiali partecipazioni o appartenenze, non potranno essere queste a scusarci dai nostri peccati. L’ammonimento rivolto prevalentemente al popolo eletto, serve anche a noi: ora siamo noi gli invitati alle nozze, noi i prediletti del suo amore, noi i redenti, i salvati, gli attesi alla mensa eterna. La nostra valida risposta è l’amore a Dio e al nostro prossimo.

UNA PROPOSTA PER …”VIVERE”… LA PAROLA!

Carissima amica ed amico, buongiorno. Entrare nel regno non è un passaggio automatico e non è riservato a certe categorie di persone. E’ un invito che esige la libera, decisa volontà e perseveranza di ognuno. Gesù dice infatti, “sforzatevi” ad entrare per la porta stretta: Gesù è la porta che apre la Via verso il Padre, è lui che ci salva, sia che si arriva dall’oriente o dall’occidente. La porta è stretta perché chi entra lascia tutto il bagaglio di beni materiali fuori, persino il proprio ‘falso io’ ormai vinto dall’amore. Colui che si riconosce peccatore, si converte, alimenta la fiducia nel Padre e nel Figlio suo Gesù, e può entrare così nel regno. In altre parole si può dire che la porta è larghissima perché a nessuno è vietata: è aperta a tutti senza eccezione. Questa mattina ti invito a riflettere nel tuo cuore sulle parole di Gesù “Non so da dove siete”, per esaminare la tua appartenenza a lui e al regno. Domandati: C’è qualcosa nella mia vita che mi impedisce di avvicinarlo o a conoscerlo sempre di più? Nella preghiera rivolgiti al Signore con questa invocazione: “Signore Gesù, mio Salvatore, aiutami ad accettare che ho bisogno di te. Abbi pietà di me! Gesù mio fratello, guidami verso il tuo regno di amore e di pace. Amen”.

BUONA GIORNATA E IL SIGNORE TI BENEDICA.

26° giorno: Il Santo Rosario: la semina delle grazie