Pensiero del Giorno 28 marzo 2023
Guardare a Cristo
Vita di pietà
«“Quando sarò elevato da terra attirerò tutti a me”, dice il Signore».
La prima lettura della Messa ci riporta un passo del libro dei Numeri nel quale si narra come il popolo di Israele comincio a mormorare contro il Signore e contro Mosè, perché, sebbene fosse stato liberato e fatto uscire dall’Egitto, era stanco di camminare verso la Terra promessa. Il Signore per castigarlo “mandò fra il popolo serpenti velenosi, i quali mordevano la gente e un gran numero di israeliti morì, Allora il popolo si rivolse a Mosè, riconoscendo il proprio peccato, e Mosè intercedette presso Dio perché liberasse gli israeliti dai serpenti. E il Signore disse: «Fatti un serpente e mettilo sopra un’asta; chiunque dopo essere stato morso lo guarderà, resterà in vita». Questo passo dell’Antico Testamento, oltre che essere un fatto storico, è figura e immagine di ciò che doveva succedere più tardi, alla venuta del Figlio di Dio. Nell’intimo dialogo con Nicodemo Nicodemo il Signore fa un riferimento preciso a questo passo: «E come Mosè, innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in Lui abbia la vita eterna». Cristo sulla croce è la salvezza del genere umano, il rimedio per i nostri mali. Volontariamente è salito il Calvario perché, “chiunque crede in lui abbia la vita eterna” per attrarre a sé tutte le cose.
I serpenti e il veleno che in ogni epoca aggrediscono il popolo di Dio, pellegrino verso la Terra Promessa, il cielo, sono sempre gli stessi: egoismo, sensualità, confusione ed errori nella dottrina, pigrizia, invidie, mormorazione, calunnie… La grazia ricevuta nel battesimo, destinata essere a cresciuta, è minacciata da nemici di sempre. In ogni epoca si avvertono le ferite del peccato originale e dei peccati personali.
I cristiani debbono cercare il rimedio e l’antidoto -come gli israeliti morsi dai serpenti nel deserto -in un unico luogo: in Gesù Cristo e nella sua dottrina di salvezza. Non possiamo distogliere lo sguardo da lui innalzato dalla terra sulla croce, se davvero vogliamo giungere alla terra promessa che si trova alla fine del breve cammino che è la vita. E siccome non vogliamo giungervi da soli, faremo in modo che molti altri guardino a Gesù, nel quale è la salvezza, Guardare a Gesù: raffigurandoci la sua Umanità santissima, contemplandolo nei Misteri del Santo Rosario, nella Via Crucis, nelle scene narrate nel Vangelo, o nel Tabernacolo. Soltanto con una grande pietà saremo forti davanti alle sollecitazioni di un mondo che sembra volersi separare sempre di più da Dio, trascinando con se quanti non poggiano su un terreno saldo e sicuro.
Non possiamo distogliere lo sguardo dal Signore, perché ogni giorno vediamo le stragi che il nemico provoca intorno a noi. E non c’è alcuno che ne sia immunizzato per virtù propria. «Vultum tuum, Domine, requieram»; il tuo volto Signore io cerco non nascondermi il tuo volto. Dobbiamo cercare la fortezza in un rapporto di amicizia con Gesù attraverso l’orazione, la presenza di Dio mantenuta durante la giornata e la visita al Santissimo Sacramento. Il Signore Gesù, rimedio per la nostra debolezza, è il nostro amore.
Da: ,Francisco Fernandez Carvajal, Parlare con Dio, Vol II, Ed Ares
SANTA GIORNATA!