Pensiero del giorno 2 giugno 2023

VANGELO DEL GIORNO

Dal Vangelo secondo Marco
[Dopo essere stato acclamato dalla folla, Gesù] entrò a Gerusalemme, nel tempio. E dopo aver guardato ogni cosa attorno, essendo ormai l’ora tarda, uscì con i Dodici diretto a Betania. La mattina seguente, mentre uscivano da Betania, ebbe fame. E avendo visto di lontano un fico che aveva delle foglie, si avvicinò per vedere se mai vi trovasse qualche frutto; ma giuntovi sotto, non trovò altro che foglie. Non era infatti quella la stagione dei fichi. E gli disse: “Nessuno possa mai più mangiare i tuoi frutti”. E i discepoli l’udirono. Andarono intanto a Gerusalemme. Ed entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano e comperavano nel tempio; rovesciò i tavoli dei cambiavalute e le sedie dei venditori di colombe e non permetteva che si portassero cose attraverso il tempio. Ed insegnava loro dicendo: “Non sta forse scritto: ”La mia casa sarà chiamata casa di preghiera per tutte le genti?”. Voi invece ne avete fatto una spelonca di ladri!”. L’udirono i sommi sacerdoti e gli scribi e cercavano il modo di farlo morire. Avevano infatti paura di lui, perché tutto il popolo era ammirato del suo insegnamento. Quando venne la sera uscirono dalla città. La mattina seguente, passando, videro il fico seccato fin dalle radici. Allora Pietro, ricordatosi, gli disse: “Maestro, guarda: il fico che hai maledetto si è seccato”. E Gesù disse loro: “Abbiate fede in Dio! In verità vi dico: se uno dice a questo monte: Levati e gettati nel mare, senza dubitare in cuor suo ma credendo che quanto dice avverrà, ciò gli sarà accordato. Per questo vi dico: tutto quello che domandate nella preghiera, abbiate fede di averlo ottenuto e vi sarà accordato. Quando vi mettete a pregare, se avete qualcosa contro qualcuno, perdonate, perché anche il Padre vostro che è nei cieli perdoni a voi i vostri peccati”.

UNA RIFLESSIONE PER TE

Carissimi amici, buongiorno. Il mese di giugno, mese dedicato al ricordo dell’amore di Cristo verso l’umanità attraverso la devozione del Cuore di Cristo, inizia con la memoria liturgica del martire S. Giustino, vissuto nel II° secolo e ucciso in odio alla fede. Originario di Nablus (Samaria), convertitosi al Cristianesimo, elaborò una sintesi del pensiero cristiano. Trasferitosi a Roma, vi aprì una scuola dove teneva “tavole rotonde” su temi religiosi. Nella formazione dei catecumeni mette in stretta relazione il Battesimo e l’Eucaristia. Difende la Chiesa contro gli attacchi dei pagani e paga con il proprio sangue sotto il Prefetto Rustico la sua fedeltà al Signore. La liturgia della parola della feria ci invita a fare l’elogio di uomini illustri non solo dell’Antico testamento ma anche dei testimoni della fede, dei Santi che in modi e tempi diversi hanno saputo dare testimonianza eroica di amore al Signore. Il brano del vangelo ci invita a portare frutto nella vita per non avere la sorte del fico infruttuoso, come anche di far sì che i nostri corpi, tempio della divinità, non siano profanati da pensieri, da affetti, da comportamenti che sono in contrasto con la presenza di Dio in noi. Ma tutto questo suppone una fede forte, capace di dare un vero significato alla nostra vita. Nella nostra debolezza e fragilità ci saranno di grande conforto e incoraggiamento le parole rassicuranti di Gesù: “Tutto quello che domanderete nella preghiera, vi sarà accordato”. Ma… siamo davvero uomini di preghiera?

UNA PROPOSTA PER …”VIVERE”… LA PAROLA!

Ciò che ci rende certi di poter in tutti i modi essere riconciliati col Padre celeste è qui: vuoi perdonare? Sta certo allora del perdono, dell’abbraccio, della possibilità del tuo vivere per Dio e con Dio. Dici di non poter perdonare? Stai nicchiando a questo riguardo? Allora non ti fare illusioni! È come se pretendessi di percorrere un bel sentiero in salita in una grande luce d’oro, ma avendo tu stesso sprangato il cancello che sta lì, all’inizio della salita luminosa. Non t’illudere! Un cuore rancoroso, con segreti rimbrotti per chi lo ha offeso o in qualche modo gli ha fatto del male, non ha accesso alla luce. Perché la Luce è Gesù che addirittura è morto non solo perdonando, ma scusando i propri assassini: “Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno”. Oggi, nella tua pausa contemplativa, darai spazio in cuore a una ripetizione respirata a lungo di quel “rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori”. E ti chiederai con volontà di chiarezza interiore: io ho davvero dei debitori? Che cosa c’è nella mia vita che assolutamente mi sia dovuto? Dove sono quelli a cui devo perdonare? E che cosa ho da perdonare? Nella preghiera rivolgiti al Signore dicendo: “Mio Signore, che nell’imminenza del tuo spirare in croce hai avuto modo di comprendere e di scusare i tuoi uccisori, di cui hai detto: “Non sanno quello che fanno”, concedimi di mettermi dal punto di vista di chi, diverso da me, oppone il suo parere al mio. Dammi un cuore che si sforza di comprendere, prima di “inventarmi” cose da perdonare. Amen”.

Don Mario

BUONA GIORNATA E IL SIGNORE TI BENEDICA.