Pensiero del Giorno 3 aprile

Ave Maria!

“Chi di voi è senza peccato,

getti per primo la pietra contro di lei” Gv 8,1-11

La Liturgia della Parola propone oggi la considerazione della Pasqua ormai prossima, sotto l’aspetto di liberazione dal peccato. Meritata una volta per sempre e per tutti da Cristo, tale liberazione deve ancora attuarsi per ogni uomo, anzi è un fatto che esige un continuo ripetersi e rinnovarsi perché durante tutta la vita gli uomini sono sempre esposti a cadere e nessuno può ritenersi impeccabile. Dio che un tempo aveva moltiplicato i prodigi per sottrarre il popolo eletto dalla schiavitù egiziana, gliene promette dei nuovi e più grandi per liberarlo dalla cattività babilonese (prima lettura). «Ecco faccio una cosa nuova, aprirò nel deserto una strada, immetterò fiumi nella steppa, per dissetare il mio popolo». (Isaia 43, 19-20).

Oltrepassando le vicende storiche d’Israele, la profezia illumina il futuro messianico nel quale Dio farà per il nuovo Israele- la chiesa- cose assolutamente nuove. Non una strada materiale, ma il suo Unigenito dato al mondo per essere la «via» della salvezza; non acqua per dissetare fauci riarse, ma l’acqua viva della grazia sgorgata dal sacrificio di Cristo per purificare l’uomo dal peccato e saziare la sua sete d’infinito. Questa novità di cose è illustrata in modo concreto dall’episodio evangelico dell’adultera la donna trascinata davanti a Gesù perché la giudichi. «Maestro, questa donna è stata colta in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella legge, ci ha comandato di lapidare queste tali. Tu che cosa dici?» E il Salvatore fa una cosa assolutamente nuova, non contemplata dalla legge antica; non pronuncia una sentenza, ma dopo una pausa silenziosa, greve di attesa da parte degli accusatori e dell’accusata, dice semplicemente: «Chi di voi è senza peccato scagli per primo la pietra». Tutti gli uomini sono peccatori; nessuno perciò ha diritto di erigersi a giudice degli altri. Uno solo lo ha, l’innocente, il Signore; ma neppure lui lo usa preferendo esercitare il suo potere Salvatore: «Nessuno ti ha condannata neanche io ti condanno; và e d’ora innanzi non peccare più». Soltanto Cristo, venuto a dare la via per la salvezza dei peccatori, può liberare la donna dal suo peccato e può dirle: «non peccare più». La sua parola porta con sé la grazia derivante del suo sacrificio. Nel sacramento della penitenza si rinnova per ogni credente il gesto liberatore di Cristo che conferisce all’uomo la grazia per lottare contro il peccato, per «non peccare più».

La seconda lettura suggerisce un approfondimento di queste riflessioni. San Paolo che ha sacrificato tradizioni, cultura, sistema di vita che lo legavano al suo popolo, considerando queste cose «spazzatura al fine di guadagnare Cristo», incoraggia il cristiano a rinunciare per lo stesso fine a tutto ciò che non conduce al Signore, che è in contrasto con Lui. È questa la via per liberarsi completamente dal peccato e per assimilarsi progressivamente a Cristo fino a «divenirgli conforme nella morte» per esserlo, poi anche nella risurrezione.

È un cammino che comporta sempre nuovi superamenti e nuove liberazioni per un’adesione più profonda a Cristo. Nessuno può pensare di aver «raggiunto la meta», ma deve slanciarsi «per raggiungerla»: per raggiungere Cristo come è stato da lui raggiunto.

Da Intimità Divina, di P Gabriele di S.M. Maddalena