Pensiero del giorno 3 marzo 2024

Sant’ Alfonso Maria De’ Liguori

QUINDICI MEDITAZIONI SULLA PASSIONE DI GESU CRISTO DA FARSI PER 15 GIORNI COMINCIANDO DAL SABATO DI PASSIONE SINO AL SABATO SANTO

MED. III. Nel lunedì di passione

GESÙ È PRESO E CONDOTTO A CAIFA
I° – Sapendo il Signore ch’erano già vicini i giudei, che venivano a pigliarlo, s’alza dall’orazione e va loro all’incontro: ond’egli, senza ripugnare, si fa da essi prendere e ligare: “Comprehenderunt Iesum, et ligaverunt eum” (Io. 18). O stupore! Un Dio ligato come un ribaldo dalle sue creature! Anima mia, guarda come altri gli afferra le mani, altri le liga, altri lo percuote; e l’innocente agnello lasciasi ligare e percuotere a loro voglia, e tace. “Oblatus est, quia ipse voluit, et non aperuit os suum. Sicut ovis ad occisionem ducetur” (Isa. 53. 7). Non parla, né si lamenta, poich’egli stesso si era già offerto a morire per noi, e perciò si lascia ligare qual pecorella e condurre alla morte, senza aprire la bocca. Entra ligato Gesù in Gerusalemme. Quei che dormivano, al tumulto della gente che passa, si svegliano e dimandano, chi sia quel carcerato, che portano; e viene loro risposto: “È Gesù Nazareno, che si è scoverto impostore e seduttore”. Lo presentano a Caifa, il quale vedendolo si rallegra e l’interroga de’ suoi discepoli e della sua dottrina. Risponde Gesù ch’egli ha parlato in palese; onde chiama in testimonio di quel che ha detto gli stessi giudei, che gli stavano intorno: “Ecce hi sciunt, quae dixerim ego”. Ma dopo questa risposta uno de’ ministri lo percuote con uno schiaffo dicendogli: “Sic respondes pontifici?” Ma oh Dio! come una risposta sì umile e mansueta merita un affronto sì grande?
Ah Gesù mio, voi tutto soffrite per pagare gli affronti da me fatti al vostro divino Padre.
II° – Indi il pontefice lo scongiura in nome di Dio a dire, se veramente era egli il Figlio di Dio; Gesù disse già che tal era; ed in udire ciò Caifa, in vece di prostrarsi a terra per adorare il suo Dio, si lacera le vesti, e rivolto agli altri sacerdoti dice: “Che bisogno più abbiamo di testimoni? ecco ora avete udita la bestemmia, a voi che pare?” E quelli unitamente risposero: “È reo di morte”. Allora, come narrano i Vangelisti, cominciano tutti a sputargli in faccia, ed a maltrattarlo con guanciate e pugni, e poi coprendogli il volto con un panno, gli diceano per ischerno: “Prophetiza nobis Christe, quis est qui te percussit?” Così scrisse S. Matteo 26. 68. E S. Marco scrisse (14. 65): “Et coeperunt quidam conspuere eum, et velare faciem eius, et colaphis eum caedere, et dicere ei: Prophetiza: et ministri alapis eum caedebant”.
Eccoti Gesù mio, che sei divenuto in questa notte il trastullo della plebaglia! Ma come possono gli uomini vedervi tanto umiliato per loro amore, e non amarvi! E come io ho potuto giungere ad oltraggiarvi con tanti miei peccati, dopo che voi avete tanto patito per me? Amor mio, perdonatemi, ch’io non voglio darvi più disgusto. V’amo, mio sommo bene, e mi pento più d’ogni male di avervi disprezzato.
O madre mia Maria, pregate il vostro Figlio maltrattato che mi perdoni.

SANTA GIORNATA!