Pensiero del giorno 4 marzo 2024

 

Sant’ Alfonso Maria De’ Liguori

QUINDICI MEDITAZIONI SULLA PASSIONE DI GESU CRISTO DA FARSI PER 15 GIORNI COMINCIANDO DAL SABATO DI PASSIONE SINO AL SABATO SANTO

MED. IV. Nel martedì di passione

GESÙ È CONDOTTO A PILATO E AD ERODE, ED INDI È POSPOSTO A BARABBA

I° – Venuta la mattina conducono Gesù a Pilato, affinché lo condanni a morte. Ma Pilato si accorge che Gesù è innocente, onde dice ai giudei ch’egli non trova ragione di condannarlo. Vedendo però coloro ostinati a vederlo morto, lo rimise al giudizio di Erode. Erode mirandosi davanti Gesù, desiderava di vedere alcuno de’ tanti prodigi dal Signore operati, che gli erano stati riferiti. Il Signore non volle neppur rispondere alle interrogazioni di quel temerario. Povera quell’anima, a cui non parla più Dio!
Mio Redentore, così meritava ancor io, per non aver ubbidito a tante vostre chiamate, meritava che non mi parlaste più, e mi abbandonaste; ma no, Gesù mio, voi non mi avete abbandonato ancora; parlatemi dunque: “Loquere Domine, quia audit servus tuus”; ditemi quel che volete da me, ch’io tutto voglio farlo per compiacervi.
II° – Erode vedendo che Gesù non gli dava risposta, sdegnato lo discacciò dalla sua casa, schernendolo con tutta la gente di sua corte, e per maggior disprezzo lo fe’ vestire con una veste bianca per trattarlo da pazzo, e così lo rimise a Pilato. “Illusit indutum veste alba, et remisit ad Pilatum” (Luc. 23). Ecco come Gesù vestito con quella sopravveste di ludibrio è portato per le vie di Gerusalemme.
O dispregiato mio Salvatore, quest’altra ingiuria vi mancava, d’essere trattato da pazzo! Dunque, se così la sapienza eterna è trattata dal mondo, beato chi niente cura gli applausi del mondo, e non altro vuol sapere che Gesù crocifisso, con amare i dolori e i dispregi, dicendo coll’Apostolo: “Non enim iudicavi me scire aliquid inter vos, nisi Iesum Christum et hunc crucifixum” (I Cor. 2).
III° – Aveano gli ebrei il diritto di chiedere al preside romano nella festa di Pasqua la liberazione di un reo. Quindi Pilato dimandò al popolo, chi volessero liberato Barabba o Gesù? “Quem vultis dimittam vobis, Barabbam an Iesum?” (Mat. 27). Barabba era uno scelerato, omicida, ladro, abborrito da tutti: Gesù era innocente; ma i giudei gridano che viva Barabba, e muoia Gesù.
Ah Gesù mio, così ancora ho detto io, quando ho deliberato di offendervi per qualche mia soddisfazione, ho preferito a voi quel misero mio gusto, e per non perder quello, mi son contentato di perder voi bene infinito. Ma ora v’amo sopra ogni altro bene, più della vita mia. Abbiate pietà di me, o Dio di misericordia.
E voi, Maria, siate la mia avvocata.

SANTA GIORNATA!