Pensiero del giorno 4 novembre

 

Primo venerdì del mese in onore al Sacro Cuore di Gesù

Invocazione. – Cuore di Gesù, Vittima dei peccatori, abbiate pietà di noi!

Intenzione. – Riparare per coloro che vivono abitualmente in peccato.

IL CUORE

Consideriamo gli emblemi del Sacro Cuore e procuriamo di trarre profitto dagl’insegnamenti che ci dà il Divin Maestro.

Le richieste che Gesù fece a Santa Margherita furono diverse; la più importante, anzi quella che tutte le racchiude, è la richiesta dell’amore. La devozione al Cuore di Gesù è devozione di amore.

Amare e non essere ricambiati nell’amore, è cosa che rattrista. Fu questo il lamento di Gesù: vedersi trascurato e disprezzato da coloro che tanto ha amato e tanto continua ad amare. Per spingerci ad innamorarci di Lui, presentò il Cuore fiammeggiante.

Il Cuore! … Nel corpo umano il cuore è il centro della vita; se non pulsa, c’è la morte. Esso è preso come simbolo di amore. – Ti offro il cuore! – si dice a persona amata, volendo significare: Ti offro quanto ho di più prezioso, tutto il mio essere!

Il cuore umano, centro e sorgente degli affetti, deve battere prima di tutto per il Signore, Sommo Bene. Quando un dottore della legge chiese: Maestro, qual è il più grande comandamento? – rispose Gesù: Il primo e massimo comandamento è questo: Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente … (S. Matteo, XXII – 3G).

L’amore di Dio non esclude altri amori. Gli affetti del cuore possono anche dirigersi al nostro simile, ma sempre in rapporto a Dio: amare il Creatore nelle creature.

E’ ottima cosa quindi amare i poverelli, amare i nemici e pregare per loro. Benedice il Signore gli affetti che uniscono i cuori degli sposi: dà gloria a Dio l’amore che i genitori portano ai figli ed il loro ricambio.

Se il cuore umano si lascia senza freno, facilmente vi sorgono gli affetti disordinati, che talora sono pericolosi e talvolta gravemente peccaminosi. Il demonio sa che il cuore, se è preso da ardente amore, è capace del più grande bene o del più grande male; perciò quando vuol trascinare un’anima all’eterna perdizione, comincia a legarla con qualche affetto, dicendole dapprima che quell’amore è lecito, anzi doveroso; poi le fa comprendere che non è un gran male ed in fine, vedendola debole, la getta nell’abisso del peccato.

È facile conoscere se l’affetto ad una persona è disordinato: nell’anima resta l’inquietudine, si soffre di gelosia, si pensa di frequente all’idolo del cuore, col pericolo di svegliare le passioni.

Quanti cuori vivono nell’amarezza, perché il loro amore non è secondo la volontà di Dio!

Il cuore non può essere pienamente appagato in questo mondo; cominciano a pregustare la sazietà del cuore, preludio della felicità eterna, soltanto coloro che rivolgono gli affetti a Gesù, al suo Sacro Cuore. Quando Gesù regna sovrano in un’anima, questa trova la pace, la vera gioia, avverte nella mente una luce celeste che l’attrae sempre più al ben operare. I Santi amano fortemente Dio e sono felici anche nelle inevitabili pene della vita. San Paolo esclamava: Sovrabbondo di gioia in ogni mia tribolazione … Chi può separarmi dall’amore di Cristo? … (II Corinti, VII-4). I devoti del Sacro Cuore devono nutrire sempre affetti santi e tendere all’amore di Dio. L’amore si alimenta col pensare la persona amata; perciò si rivolga spesso il pensiero a Gesù e s’invochi con fervorose giaculatorie.

Quanto piace a Gesù l’essere pensato! Diceva un giorno alla sua Serva Suor Benigna Consolata: Pensami, pensami spesso, pensami di continuo!

Si licenziava da un Sacerdote una pia donna: Padre, disse, vorrebbe donarmi un buon pensiero? – Volentieri: Non lasciar passare un quarto d’ora, senza pensare a Gesù! – Sorrise la donna.

– Perché questo sorriso? – Dodici anni or sono mi diede lo stesso pensiero e lo scrisse sopra un’immaginetta. Da quel giorno ad oggi sempre ho pensato a Gesù quasi ogni quarto d’ora. – Il Sacerdote, che è lo scrivente, rimase edificato.

Pensiamo dunque spesso a Gesù; offriamogli sovente il cuore; diciamogli: Cuore di Gesù, ogni palpito del mio cuore sia un atto d’amore!

In conclusione: Non sprecare gli affetti del cuore, che sono preziosi, e rivolgerli tutti a Gesù, che è il centro dell’amore.

Da peccatrice … a Santa

Il cuore della donna, specie negli anni giovanili, è come un vulcano in attività. Guai se non si domina!

Una giovane, presa da amore peccaminoso, si gettò a capofitto nell’immoralità. I suoi scandali rovinarono tante anime. Così visse per nove anni, dimentica di Dio, sotto la schiavitù di Satana. Il suo cuore però era inquieto; il rimorso non le dava tregua.

Un giorno le fu annunziato che il suo amante era stato ucciso. Corse sul luogo del delitto ed inorridì a vedere il cadavere di quell’uomo, che aveva considerato come l’oggetto della sua felicità.

– Tutto finito! – pensò la donna.

La grazia di Dio, che suole agire nel tempo del dolore, toccò il cuore della peccatrice. Ritornata a casa, rimase a lungo a riflettere; si riconobbe infelice, macchiata di tante colpe, priva dell’onore … e pianse.

Si fecero vivi i ricordi dell’infanzia, quando amava Gesù e godeva della pace del cuore. Umiliata si rivolse a Gesù, a quel Cuore Divino che abbraccia il figliuol prodigo. Si sentì rinascere a nuova vita; detestò i peccati; memore degli scandali, andò da porta in porta nel vicinato a chiedere perdono del cattivo esempio dato.

Quel cuore, che prima aveva amato malamente, cominciò ad ardere d’amore per Gesù e si sottopose ad aspre penitenze per riparare il male fatto. Si ascrisse tra le Terziarie Francescane, imitando il Poverello d’Assisi.

Gesù fu lieto di tale conversione e lo dimostrò con apparire spesso a questa donna. Vedendola un giorno ai suoi piedi pentita, come la Maddalena, l’accarezzò dolcemente e le disse: Brava la mia cara penitente! Sapessi, quanto ti amo! –

L’antica peccatrice oggi è nel numero delle Sante: S. Margherita da Cortona. Buono per lei che troncò gli affetti peccaminosi e diede nel suo cuore il posto a Gesú; Re dei cuori!

Fioretto. Abituarsi a pensare a Gesù spesso, anche ogni quarto d’ora.

Giaculatoria. Gesù, ti amo per coloro che non ti amano!

 

Da: Il Mese al Sacro Cuore di Gesù di Don Giuseppe Tommaselli

Santa Giornata!

*Ricordo che siamo nell’ottava dei defunti e si può ancora ricevere l’indulgenza.

Allego un breve scritto dal libro “Le anime del purgatorio mi hanno detto”:

Come aiutare le anime del purgatorio
1) Soprattutto con il sacrificio della Messa, che nulla potrebbe supplire. 2) Con delle sofferenze
espiatorie: ogni sofferenza fisica o morale offerta per le anime. 3) Il Rosario è, dopo il santo sacrificio della Messa, il mezzo più efficace per aiutare le anime del purgatorio. Ogni giorno numerose
anime sono liberate per mezzo del Rosario, altrimenti avrebbero dovuto soffrire lunghi anni ancora.
4) Anche la Via Crucis può portar loro grande sollievo. 5) Le indulgenze sono di un valore immenso, dicono le anime. Esse sono un’appropriazione della soddisfazione offerta da Gesù Cristo a Dio,
suo Padre. Chiunque, durante la vita terrena, guadagni molte indulgenze per i defunti, riceverà pure,
più degli altri nell’ultima ora, la grazia di guadagnare interamente l’indulgenza plenaria accordata ad
ogni cristiano «in articulo mortis». È una crudeltà non mettere a profitto questi tesori della Chiesa
per le anime dei defunti. Vediamo! Se ci si trovasse davanti a una montagna piena di monete d’oro e
si avesse la possibilità di prenderne a piacimento per soccorrere dei poveretti incapaci di prenderne,
non sarebbe crudele rifiutar loro questo servizio? In parecchie località l’uso delle preghiere indulgenziate diminuisce di anno in anno, e così anche nelle nostre regioni. Bisognerebbe esortare maggiormente i fedeli a questa pratica di devozione. 6) Le elemosine e le buone opere, soprattutto i doni in favore delle missioni, aiutano le anime del purgatorio. 7) L’ardere delle candele aiuta le anime: prima perché quest’attenzione d’amore dà loro un aiuto morale; poi perché le candele sono benedette e rischiarano le tenebre in cui si trovano le anime. Un bambino di undici anni di Kaiser chiese a Maria Simma di pregare per lui. Era in purgatorio per avere, il giorno dei morti, spento al cimitero
le candele che bruciavano sulle tombe e per avere rubato la cera per divertimento. Le candele benedette hanno molto valore per le anime. Il giorno della Candelora Maria Simma dovette accendere due candele per un’anima, mentre sopportava per essa delle sofferenze espiatorie. 8) Il gettare dell’acqua benedetta mitiga le pene per i defunti. Un giorno, passando, Maria Simma gettò dell’acqua benedetta per le anime. Una voce le disse: “Ancora”. Tutti i mezzi non aiutano le anime nella stessa maniera. Se durante la sua vita qualcuno ha avuto poca stima per la Messa, non ne approfitta molto quando è in purgatorio. Se qualcuno ha mancato di cuore durante la sua vita, riceve poco aiuto. Coloro che peccarono diffamando gli altri devono espiare duramente il loro peccato. Ma chiunque abbia avuto buon cuore in vita riceve molto aiuto. Un’anima, che aveva tralasciato di assistere
alla Messa, poté domandare otto Messe per suo sollievo, poiché durante la sua vita mortale aveva
fatto celebrare otto messe per un’anima del purgatorio.