Pensiero del giorno 5 agosto
IL VANGELO DI OGGI
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà. Qual vantaggio infatti avrà l’uomo se guadagnerà il mondo intero, e poi perderà la propria anima? O che cosa l’uomo potrà dare in cambio della propria anima? Poiché il Figlio dell’uomo verrà nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e renderà a ciascuno secondo le sue azioni. In verità vi dico: vi sono alcuni tra i presenti che non morranno finché non vedranno il Figlio dell’uomo venire nel suo regno”.
UNA RIFLESSIONE PER TE
Il seguire Cristo è un morire per vivere. Qui vi è una delle contraddizioni più forti del vangelo: laddove morire e vivere sono concetti che si giocano lungo dinamiche che non sono solitamente date. Nessuno, infatti, si sognerebbe di mettere questi due verbi sullo stesso piano, anzi il morire, in questo caso, è su un livello decisamente superiore perché è passaggio obbligato per vivere. Ma, chiunque abbia fatto esperienza di Cristo sa che questa è una realtà che si trova continuamente lungo le strade del credere. È, però, un morire dell’uomo vecchio, cioè di quella persona che si credeva di essere e che invece, l’incontro con il Cristo trasforma e rende nuova, fa “rinascere”. Perché il simbolo battesimale diventi realtà di vita occorre l’impegno costante alla sequela di Cristo. Seguire Lui è decidersi a mettere da parte le nostre meschinerie per “gettarsi” nell’avventura cristiana, la quale solo così non sarà più costituita da formule vuote e sterili, ma da impegno diuturno per la costruzione di un mondo nuovo.
UNA PROPOSTA PER …”VIVERE”… LA PAROLA!
Carissima amica ed amico, buongiorno. Se riconosciamo che Gesù è il Messia, colui che ci conduce al Padre e, con fatica, accettiamo il fatto che lo sia diversamente dalle nostre attese, siamo invitati a seguirlo fino in fondo, fino alla croce. Attenzione, però: prendere la propria croce non significa, come troppi pensano, sopportare le disgrazie che la vita, e non Dio, ci pone innanzi, ma essere disposti a seguire Gesù fino in fondo, seguirlo nella sua determinazione. Troppo spesso crediamo che Dio manda le croci e le sofferenze, quando Gesù, invece, ci svela che Dio non ama la sofferenza e che, se avesse potuto, avrebbe volentieri evitato la croce. La croce, spesso, ce la infliggono gli altri o noi stessi e i nostri ragionamenti contorti. Gesù non vuole un popolo di doloranti, ma di discepoli disposti ad amare anche a costo di soffrire. Questa mattina ti invito a meditare sul tuo modo di affrontare le tue croci. Sei capace di vedere speranza oltre che la sofferenza? Nella preghiera, rivolgiti al Signore con le parole del Salmo 142: “Signore, ascolta la mia preghiera: porgi orecchio alla mia supplica per la tua verità: esaudiscimi per la tua giustizia. E non entrare in giudizio col tuo servo: perché nessun vivente sarà riconosciuto giusto al tuo cospetto. Amen”
BUONA GIORNATA E IL SIGNORE TI BENEDICA.
Don Mario