Pensiero del giorno 6 luglio 2023

 

La guarigione del paralitico

“Ti sono perdonati i peccati”

Dopo aver liberato gli indemoniati di Gades, Gesù attraversò il lago e giunse nella sua città, ossia Cafarnao, che era come il suo centro di apostolato, essendo essa un luogo importante di commercio dove si radunava molta gente. In mezzo a quella moltitudine fluttuante, gli era già facile far giungere, alle anime la divina parola. A Cafarnao, Gesù era ospite della suocera di San Pietro, e nella casa di lei alcuni uomini gli presentarono un povero paralitico, perché lo guarisse. Come si rileva da san Marco e da san Luca, Gesù era circondato da molta gente, accorsa per ascoltarlo, e quel uomo gli fu posto davanti, calandolo da un’apertura fatta nel tetto della casa. Quel malanno era immagine del peccato e forse conseguenza di peccati commessi. Il pover uomo ridotto in quello stato, dovette avere un gran rammarico delle sue colpe, certo, dinanzi a Gesù si presentò più l’infermità spirituale che quella corporale, ed Egli ascoltando i palpiti di quel cuore contrito, esclamò; Figlio confida, ti sono perdonati i tuoi peccati.

Per gli ascoltatori che lo circondavano quell’espressione era strana, per gli scribi era una bestemmia, perché il potere di rimettere i peccati appartiene solo a Dio, ed essi erano tanto lontani dal credere che il Redentore fosse Dio. Si guardarono bene dall’ esprimere il pensiero che avevano avuto e mormorarono dentro di loro. Ma Gesù lesse nell’anima di quei poveretti, ne manifestò l’occulto giudizio e volle disingannarli, mostrando con ciò che egli aveva un potere Divino, perché solo Dio può portare il cuore. Ma, oltre a questo argomento che già avrebbe dovuto renderli pensosi, ne volle dare uno più evidente, dinanzi al quale non avrebbero potuto tergiversare. La reale remissione dei peccati era un fatto che non si poteva controllare esternamente; sarebbe stato facile a chiunque dire quella parola: Ti sono perdonati i peccati, ma non sarebbe stato ugualmente facile dire all’ infermo: Alzati e cammina, perché l’effetto di questo comando era verificabile e non ammetteva la possibilità di una simulazione. Gesù, sanando l’infermo, volle mostrare che veramente gli aveva rimesso i peccati e, quel che è più, che glieli aveva rimessi con suo piena potestà; Egli, perciò, comandò in tono solenne al paralitico di alzarsi, di prendere il suo giaciglio e di andarsene a casa sua.

L’infermo immediatamente si alzò; egli che era stato portato come corpo inerte da quattro uomini, potè caricarsi sulle spalle il lettuccio e andar via: il miracolo non poteva essere più evidente, e perciò l’impressione del popolo fu immensa. Il Sacro testo dice che le folle s’ intimorirono, cioè si sentirono come schiacciate da una maestà che non immaginavano nel Signore; si accorsero che Egli era si accorsero che gli era qualcosa di straordinario; sentirono per lui un rispetto profondo; capirono che una nuova misericordia veniva sulla terra e glorificarono Dio che aveva dato tale potere agli uomini.

La loro ammirazione non riguardava solo il miracolo, ma la remissione dei peccati, fatta con tanta facilità, di cui quel miracolo era argomento ineluttabile. Se avessero riflettuto che i profeti avevano predetto nel Messia a facoltà di rimettere i peccati, avrebbero confessato più esplicitamente che Gesù Cristo era colui che era stato promesso, ma non giunsero a tanto e glorificavano Dio perché aveva dato tale potere agli uomini, quasi avessero conosciuto una nuova manifestazione della bontà di Dio per gli uomini.

Da: Sac Dolindo Ruotolo, I Quattro Vangeli, Apostolato Stampa, pag. 241-243

Accostiamoci a Gesù nel confessionale, solo con l’assoluzione del Sacerdote potremo sentirci dire “ti sono perdonati i peccati, và in pace”.

SANTA GIORNATA!