Pensiero del Giorno 8 febbraio

Ave Maria!

“Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me” Mc 7, 1-13

La pietà falsa e la vera devozione

Alcuni scribi e farisei, venuti da Gerusalemme per spiare ciò che operava Gesù, notarono con grande loro scandalo che alcuni dei suoi discepoli non si lavavano le mani prima di mangiare. L’Evangelista scrivendo per i popoli pagani, spiega minutamente la ragione di questo scandalo e nota che gli scribi e i farisei avevano l’uso di lavarsi spesso e di lavare anche gli oggetti di maggior uso perché credevano così di mantenersi puri. Quando tornavano poi dal mercato, facevano addirittura un bagno, non sapendo discernere i contatti legalmente immondi che avevano potuto avere nel trattare con tanta gente. Il lavarsi non era un fatto di precauzione igienica perché sotto questo aspetto non solo è lecito ma è necessario lavarsi le mani, ma era una cerimonia rituale.

Essi attribuivano a quelle lavande il potere di purificarsi spiritualmente e credevano di aver fatto tutto davanti a Dio con quelle abluzioni. Facevano man bassa della legge autentica di Dio, e si mostravano scrupolosissimi nelle tradizioni e negli usi introdotti dagli uomini.

 In questo stava la loro ipocrisia quando si scandalizzarono dei Discepoli di Gesù, e in questo soprattutto il pericolo della loro anima lontana dalla vera salvezza; per questo Gesù Cristo li trattò severamente. In realtà, sembra un po’ penoso che Colui che era tutto bontà e Misericordia sia stato aspro con gli scribi e i farisei ma Egli non poteva scuoterli diversamente e la sua stessa missione e la sua stessa misericordia esigeva la severità.

Non c’è una porta più ermeticamente chiusa quanto quella di un’anima tutta presa dai suoi pensieri, e ostinata nelle concezioni della sua ragione e nelle resistenze della sua volontà. Qualunque luce è vana per chi chiude gli occhi, e qualunque voce è inutile per chi chiude gli orecchi; allora non rimane che tentare la demolizione dell’orgoglio, vero sbarramento dell’anima alla verità e al bene.

L’orgoglio non si mina lusingando ma smascherandolo, perché la sua forza sta proprio nel celarsi sotto l’aspetto di pietà, di carità, di bontà e di santità; solo facendo saltare per così dire, con la mina, questo baluardo terribile, si può aprire una breccia alla grazia conquistatrice.

È necessario demolire con l’esplosione della verità e poi insinuarsi nell’anima con la persuasione; è necessario prima trasportare l’anima fuori dal miraggio delle sue illusioni e poi illuminarla.

Gesù Cristo conoscendo i cuori degli uomini, parlava con severità a quelli che volevano perdersi ad ogni costo, affinché non avessero trascinato altri alla perdizione.

Gesù parlando agli scribi e ai farisei, rettificò le deformazioni che essi avevano introdotto nella Legge con i loro usi e le loro tradizioni, e rivendicò i sacrosanti diritti degli ordinamenti divini. Questo non poté farlo che mettendo in luce i peccati nei quali essi cadevano e quelli nei quali inducevano gli altri con le loro fisime ipocrite. Era un argomento che avrebbe potuto attanagliarli e convertirli, e perciò Gesù Cristo si fermò particolarmente sul dovere di soccorrere i genitori bisognosi, da essere rinnegato sotto una falsa apparenza di pietà verso Dio.

È dovere di giustizia provvedere ai parenti bisognosi ed è dovere di perdono, non trascurarli, anche se fossero stati ingrati verso di noi. Ciò che abbiamo del resto, anche se l’abbiamo acquistato col nostro lavoro, è in nostro possesso momentaneo, perché siamo di passaggio sulla terra; non possiamo dunque considerarcene come i padroni assoluti, ma dobbiamo rispettare le leggi di giustizia e di carità delle quali Dio esige l’osservanza. Commento ai Vangeli del Servo di Dio Dolindo Ruotolo

Non meritiamoci il rimprovero di Gesù con la nostra ipocrisia, magari dopo tanti anni di vita cristiana facciamo solo esteriormente.

Dov’è il nostro cuore?

Siamo pieni di Orgoglio?

Osserviamo i Comandamenti di Dio o quelli degli uomini?

 

Santa Giornata!