Pensiero del Giorno 9 luglio

Ave Maria!

La partecipazione attiva e fruttuosa alla Santa Messa

 La grandezza infinita della Santa Messa ci deve far comprendere l’esigenza di una partecipazione attenta e devota al Sacrificio di Gesù, Adorazione, amore e dolore dovrebbero dominarci incontrastati. 

Il Papa Pio XII ha scolpito in pensieri stupendi (ripetuti con forza del Concilio Vaticano II) lo stato d’animo con cui bisogna partecipare alla Santa Messa, ossia con lo stato d’animo che aveva il divin Redentore quando faceva il sacrificio di sé: l’umile sottomissione dello spirito, cioè, l’adorazione, l’onore, la lode e il ringraziamento alla somma maestà di Dio[…], riprodurre in se stessi le condizioni della vittima; l’abnegazione di sè secondo i precetti del Vangelo, il volontario e spontaneo esercizio della Penitenza, il dolore e l’espiazione dei propri peccati»

 Chiediamoci seriamente: è questo lo stato d’animo con cui noi ci sforziamo di partecipare alla celebrazione della Santa Messa?… Sono questi i frutti che davvero ricaviamo dalla nostra partecipazione alla Santa Messa?

 Il crocifisso e le candele

 La vera partecipazione attiva alla Santa Messa è quella che ci rende vittime immolate come Gesù Ostia, ottenendo lo scopo prezioso di «riprodurre in noi i lineamenti dolorosi di Gesù» (Pio XII), dandoci «la comunanza dei patimenti di Cristo e la conformità alla sua morte» (Fil 3,10). Tutto il resto è soltanto rito liturgico, veste esterna, importante, sì, ma sempre secondaria.

 San Gregorio Magno insegnava: «Il sacrificio dell’altare sarà per noi, un Ostia veramente accetta, a Dio, quando noi stessi ci faremo Ostia». Per questo nelle antiche comunità cristiane i fedeli, per la celebrazione della Santa Messa, con alla testa il papa, si ricavano in processione all’altare in abiti di penitenza, cantando litanie dei santi. Effettivamente, nell’andare a Messa noi dovremmo ripetere con San Tommaso Apostolo: «Andiamo anche noi a morire con lui!» (GV11,16) .

Quando Santa Margherita Maria Alacoque, partecipava alla Santa Messa, guardando l’altare non mancava mai di dare occhiate al Crocifisso e alle candele accese. Perché? Per imprimersi bene due cose nella mente e nel cuore: il crocifisso le ricordava quel che Gesù aveva fatto per lei, ossia la sua crocifissione e morte; le candele accese, invece le ricordavano quel che lei doveva fare per Gesù, ossia sacrificarsi e consumarsi per Lui e per le anime, come una candela accesa. Santa Gertrude ebbe un giorno questa rivelazione: «Tutte le volte che una persona partecipa con devozione alla Santa Messa, Dio Padre la mira con la medesima compiacenza che prova guardando la Santa Ostia che gli viene offerta; e ogni persona attenta e devota alla Santa Messa diviene risplendente come colui che venendo dalle tenebre alla luce, incontra un raggio di sole. E la mia bontà gli serba sempre, per la vita eterna, una traccia di questa beatitudine, che egli accrescerà e moltiplicherà tutte le volte che assisterà con devozione al Santo Sacrificio». 

In ginocchio sul pavimento

Ogni giorno il re di Francia, San Luigi IX, Terziario Francescano, ascoltava la Santa Messa in ginocchio, sul nudo pavimento. Un valletto una volta gli offrì un inginocchiatoio, ma il re gli disse: «Nella Messa Iddio si immola e quando Dio si immola anche i re si inginocchiano sul pavimento». Il Signore disse a Santa Matilde: «A colui che udrà la Santa Messa con zelo e devozione, io manderò nella sua ultima ora tanti nobili personaggi fra i miei Santi per consolarlo, difenderlo e fare un corteggio d’onore all’anima sua, quante saranno le Sante Messe da lui udite sopra la terra».

 San Giovanni Bosco raccomandava ai giovani di partecipare alla Santa Messa seguendo il metodo di San Leonardo da Porto Maurizio, che divideva la parte sacrificale della Messa in tre parti, ossia in tre P su cui meditare: la Passione di Gesù (dall’offertorio fino all’elevazione); i nostri peccati, causa della passione e morte di Gesù (fino alla comunione); il proponimento di una vita pura e ardente (dalla Comunione alla fine della Messa).

 Per fare ciò nel modo più semplice e fruttuoso basta impegnarsi a seguire attentamente il sacerdote all’altare. Così si vinceranno più facilmente le distrazioni e la noia, né la domenica si andrà in cerca -come fanno alcuni -della Santa Messa più breve, perché non vedono l’ora che finisca!

Un giorno il papà del Servo di Dio Guido di Fontgalland chiese al figliuolo in che modo occupare tutto il tempo della Messa. «Durante la Santa Messa -rispose santo ragazzo- la sola occupazione è di seguirla. Basta leggere con il sacerdote le preghiere che egli recita all’altare». È la stessa risposta che San Pio X diede a chi voleva sapere quali preghiere recitare durante la Santa Messa: «Seguite la Santa Messa, dite le preghiere della Messa!». 

Da:

Amore al Corpo e Sangue di Gesù, P Stefano M Manelli

SANTA GIORNATA!