Eucarestia: trasparenza del Volto redentore di Gesù

 

GESU’ EUCARISTICO: SACRAMENTO DELL’AMORE

I Parte

L’Eucaristia-Sacramento è in continuità vitale con il Sacrificio nel donarci anche l’irradiazione del Volto Redentore di Gesù. Scrive ancora il padre Spiazzi: «Ciò che avviene nel momento del sacrificio – la transustanziazione, il rinnovamento dell’offerta vittimale – lascia sotto le specie il Cristo vero, il Cristo presente per modum substantia, il Cristo vivente, che è insieme uomo-Dio, sacerdote, vittima, redentore. E’ il Cristo morto e risorto, che nella sua presenza eucaristica realizza l’antica promessa di Dio al popolo eletto: “Io abiterò in mezzo ai figli di Israele e sarò il loro Dio” (Ez 37,27)».

«Nella Chiesa, sua casa – scrive il Tamborini – Gesù resta, aspetta, non come Dio che ha lasciato un’ora il trono celeste e si mette alla pari con noi per ascoltarci: ma come sulla Croce e nella Messa, Gesù è sacerdote e vittima, e come tale continua nella reale presenza». «L’Eucaristia, che contiene sotto le specie del pane e del vino lo stesso Verbo Incarnato, è “segno perfetto” della Passione del Signore», insegna il Piolanti, rifacendosi all’Aquinate dal quale impariamo che «l’Eucaristia è ordinata all’ultimo effetto della Passione di Cristo che, si può dire, riceve da essa la più completa efficacia».

Gesù Redentore presente nell’Ostia consacrata, Gesù  Redentore che dimora nei Tabernacoli eucaristici, Gesù Redentore Eucaristico è il vero Emmanuele ossia il Dio con noi, sempre presente nei nostri Tabernacoli, sempre a nostra disposizione,  come si esprime con la sua straordinaria

carica affettiva S. Alfonso de’ Liguori nella sua pia, celebre Visita al Santissimo Sacramento:

«Signore mio Gesù Cristo, che per l’amore che portate agli uomini, ve ne state notte e giorno in questo Sacramento, tutto pieno di bontà e di amore, aspettando, chiamando e accogliendo tutti coloro che vengono a visitarvi, io vi credo presente nel Sacramento dell’altare, vi adoro dall’abisso del mio niente, e vi ringrazio di quante grazie mi avete fatte, specialmente di avermi donato voi stesso in questo Sacramento…».

L’Enciclica Mysterium fidei insegna luminosamente: «Ognuno comprende che la divina Eucaristia conferisce al popolo cristiano incomparabile dignità. Giacché non solo durante l’offerta del Sacrificio e l’attuazione del Sacramento, ma anche dopo, mentre l’Eucaristia è conservata nelle chiese e negli oratori, Cristo è veramente l’Emmanuel, cioè “il Dio con noi”. Poiché giorno e notte è in mezzo a noi, abita con noi pieno di grazia e verità (Gv 1,14); restaura i costumi, alimenta le virtù, consola gli afflitti, fortifica i deboli, e sollecita alla sua imitazione tutti quelli che si accostano a Lui…» (n. 35).

È sempre l’irradiazione amorosa del Volto Redentore che si sprigiona dal Sacramento dell’Eucaristia. Perciò l’adorazione eucaristica, le visite eucaristiche, i colloqui eucaristici sono ricchezza di grazia a disposizione di tutti e dovrebbero costituire una sorta di attrazione costante o di gravitazione soprannaturale dei fedeli verso l’altare, verso i tabernacoli eucaristici. Per questo «è attuale e importante- scrive ancora il padre Spiazzi- la pratica di quelle soste eucaristiche, che rappresentano dei meravigliosi punti d’incontro e di dialogo, dolce, tenero, fatto di parole e più spesso di silenzi, tra l’anima e Dio; è attuale la casistica agiografica in merito, sia pure anche sul tipo del contadino che il Santo Curato d’Ars vedeva ogni giorno seduto in chiesa, per lunghe ore, con gli occhi fissi al Tabernacolo, senza dir nulla, senza far nulla, senza nemmeno prendere gli atteggiamenti estatici. Quando il Santo gli chiese che cosa faceva in quelle lunghe soste, egli rispose: “Nulla, lui mi guarda e io lo guardo” Era un dialogo di silenzio, un dialogo di amore e di intimità, sgorgante dalla fede…».

Incontro di sguardi silenti ed eloquenti. Occhi negli occhi, quasi a fondersi in profondità e totalità. Si instaura, nell’incontro di sguardi con Gesù eucaristico, una corrente di amore e di fede che trascendono l’umano. Gli occhi divini del Volto Redentore di Gesù, dal Tabernacolo eucaristico, si incontrano con gli occhi di fede di ogni redento che si rivolge a Lui per essere nutrito e saziato di amore divino, e dell’amore divino più alto e più grande, ossia dell’amore fatto di sangue, dell’amore crocifisso (Gv15,13) che perfeziona al vertice la vita cristiana. Per questo San Tommaso d’Aquino insegna che «l’Eucaristia è necessaria “ ad consummandam vitam spiritualem”.

DA: Eucarestia: Trasparenza del Volto redentore di Gesù, Padre Stefano M Manelli, CME