Pensiero delgiorno 18 settembre 2023

 

LUNEDI’ 18 SETTEMBRE, S. GIUSEPPE DA COPERTINO, CONFESSORE
PREGHIERA DEL MATTINO

O Dio, che hai disposto di attrarre tutto al tuo Figlio unigenito, dopo che fosse stato sollevato da terra: concedi benigno, che, per i meriti e l’esempio del tuo serafico Confessore Giuseppe, elevandoci al disopra di tutte le terrene cupidigie, noi meritiamo di giungere a lui. Amen.

IL VANGELO DI OGGI

+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, quando ebbe terminato di rivolgere tutte queste parole al popolo che stava in ascolto, Gesù entrò in Cafarnao. Il servo di un centurione era ammalato e stava per morire. Il centurione l’aveva molto caro. Perciò, avendo udito parlare di Gesù, gli mandò alcuni anziani dei Giudei a pregarlo di venire e di salvare il suo servo. Costoro giunti da Gesù lo pregavano con insistenza: “Egli merita che tu gli faccia questa grazia, dicevano, perché ama il nostro popolo, ed è stato lui a costruirci la sinagoga”. Gesù si incamminò con loro. Non era ormai molto distante dalla casa quando il centurione mandò alcuni amici a dirgli: “Signore, non stare a disturbarti, io non son degno che tu entri sotto il mio tetto; per questo non mi sono neanche ritenuto degno di venire da te, ma comanda con una parola e il mio servo sarà guarito. Anch’io infatti sono uomo sottoposto a un’autorità, e ho sotto di me dei soldati; e dico all’uno: Va’ ed egli va, e a un altro: Vieni, ed egli viene, e al mio servo: Fa’ questo, ed egli lo fa”. All’udire questo Gesù restò ammirato e rivolgendosi alla folla che lo seguiva disse: “Io vi dico che neanche in Israele ho trovato una fede così grande!”. E gli inviati, quando tornarono a casa, trovarono il servo guarito.

UNA RIFLESSIONE PER TE

L’implorare dall’Alto, il chiedere aiuto a chi è più potente di noi quando costatiamo la nostra impotenza dinanzi alle difficoltà della vita è un fatto spontaneo, ma non significa con ciò che abbiamo ancora imparato l’arte sublime della preghiera. Il centurione del Vangelo di oggi è mosso da un affetto verso un suo servo che è in pericolo di vita. È raro che i padroni amino i servi e si preoccupino della loro vita. I rimedi umani hanno esaurito le proprie risorse, il servo sta per morire, egli però ha sentito parlare di Gesù, evidentemente è venuto a conoscenza della forza di salvezza che emana dal Signore, ne ha percepito la grandezza dato che egli si sente indegno di riceverlo sotto il suo tetto e perfino di comparire alla sua presenza. E’ animato però da una grande fiducia e da una profonda umiltà. Egli afferma senza ombra di dubbio che basta che Gesù pronunci una sua parola e il suo servo sarà guarito. Gesù non pronuncia parole o formule di guarigione, tesse soltanto un grande elogio della fede del centurione: «neanche in Israele ho trovato una fede così grande!» Il miracolo però è già avvenuto. Lo costatano gli inviati al loro ritorno. Per pregare bene dobbiamo quindi essere animati dall’amore verso Dio e verso il prossimo, dobbiamo riconoscere umilmente la nostra estrema povertà, dobbiamo soprattutto nutrire una fede profonda nella potenza di Dio e nella sua volontà di liberarci da ogni male.

UNA PROPOSTA PER …”VIVERE”… LA PAROLA!

Carissima amica ed amico, buongiorno e buon inizio di settimana. Luca riporta il racconto della guarigione del servo del centurione dopo le beatitudini e il comandamento dell’amore. Non basta conoscere le Scritture, osservare la legge e invocare “Signore, Signore”, bisogna praticare le opere con amore e semplicità mente e di cuore. Da qui scaturisce la fede. Il centurione romano è un ‘piccolo del Regno’: il suo sguardo sul servo e su Gesù è illuminato dall’amore e dall’umiltà. Anche i giudei che fanno da mediatori tra lui e Gesù ne parlano come di un uomo buono: “Egli merita che tu gli faccia questa grazia, perché ama il nostro popolo, ed è stato lui a costruire la sinagoga.” Egli è degno perché ama a fatti! A questo elogio fa riscontro l’umiltà e la fede del centurione che mentre prega il Signore Gesù attraverso gli amici giudei per il suo servo, intona una delle più belle professioni di fede nella efficacia della Sua Parola: “Io non sono degno… ma comanda con una parola e il mio servo sarà guarito.” La potenza della Parola di Gesù opera anche in Sua assenza! Il centurione sa che quando si ha in cuore l’amore, le opere che ne derivano sono cariche di amore. Ecco la sua fede operosa. E Gesù ne resta ammirato: “Neanche in Israele ho trovato una fede così grande!” La fede germoglia e fiorisce in una terra abitata dall’amore. Oggi nel tuo rientro al cuore ripeterai con semplice umiltà e con decisa certezza: “Signore non sono degno… ma credo che la tua Parola d’Amore mi guarisce e mi salva.” Nella preghiera rivolgiti al Signore con le parole di S. Macario l’Egiziano, Padre del Deserto: “O Signore, che scruti il cuore e i sentimenti, perdonami ogni sconveniente impeto del cuore. Tu sai, o Signore di tutte le cose, che essi sono contro la mia volontà. Sono indegno di accostarmi a te, ma tu perdonami, perché ti ho sempre desiderato e ancora ti desidero… Tu, che solo sei buono e misericordioso, vieni in mio aiuto e salvami”. Amen.

Don Mario

BUONA GIORNATA E IL SIGNORE TI BENEDICA.