VIII Incontro

8. LA PRATICA INTERIORE – SECONDA PARTE

Ascolta l’audio della Conferenza

FARE TUTTE LE COSE CON MARIA cosa vuol dire?

– Innanzi tutto significa saper rispondere alla seguente domanda: cosa farebbe Maria in questa circostanza? In che modo si comporterebbe? Per poter fare tutte le cose con Maria e quindi comportarci come Lei si comporterebbe in analoghe circostanze è necessario conoscere Maria, ovvero, conoscere le principali apparizioni mariane approvate dalla Chiesa (Lourdes; Fatima; La Salette etc.); coltivare una formazione continua mediante gli scritti del Motnfort, di Sant’Alfonso Maria de Liguori, e di tutti gli altri autori mariani; avere a cuore la meditazione dei misteri del Rosario di Maria, in particolare i misteri gaudiosi.

– Ubbidienza alla direzione spirituale di un sacerdote mariano e se non riusciamo a trovarlo, il desiderio di avere tale direzione spirituale unito alla ricerca ed alla nostra preghiera farà sì che la Madonna ci aiuti a trovare questa guida spirituale che non c’è ancora. Preghiamo con fiducia Maria, quando avremo bisogno di aiuto la Madonna interverrà certamente e con sollecitudine in nostro aiuto. UN CONSACRATO ALLA MADONNA TROVA NELLO STARE ALLA PRESENZA DI MARIA UN PUNTO DI RIFERIMENTO FONDAMENTALE. Dobbiamo esercitarci quotidianamente in questa pratica: Maria è al nostro fianco e ci aiuta sempre.

AGIRE IN MARIA siamo nell’ambito di una sfera mistica che compete a Dio: questa è la più sublime e la più difficile e non del tutto dipendente dalla nostra pratica interiore, per agire in Maria occorre essere entrati nel Suo mistero. Ella per volontà di Dio è un giardino chiuso, non si può entrare in Maria senza il consenso di nostro Signore. Questa è una grazia rara ma per la quale bisogna disporsi con la propria fedeltà.

VIVERE IN MARIA significa raggiungere l’unione abituale con la Madonna, ovvero, marianizzarsi, trasformarsi in Maria, assumere il suo modo di essere, di pensare, di operare, dimorare nel Suo mondo interiore, nei suoi sentimenti e nella Sua volontà. Maria diventa il mondo in cui il consacrato vive e respira, chi si getta in Maria, che viene definita ” il santo stampo” si santifica.  L’umanità si divinizza nel momento in cui l’Immacolata concepisce con lo Spirito Santo Gesù. Come si fa a vivere in Maria? Si deve rinnegare sé stessi e mortificare le nostre tendenze carnali e peccaminose. Dobbiamo sciogliere la durezza del nostro io corrotto per rimanere plasmabili dallo stampo di Maria. La Madonna non ci fa violenza, opera in noi se ci poniamo in tale stato, nella misura in cui noi apriamo il nostro cuore a Lei e Le permettiamo di agire in noi e usarci come suoi strumenti. Si può accedere a questo Stampo Divino che è Maria mediante continui atti di preghiera, offerta, tutto è una supplica una offerta a Maria, questo è un linguaggio non facilmente comprensibile ma se c’è da parte nostra il desiderio e la richiesta di accedere allo Stampo Divino, Dio ce lo concede di sicuro e ben volentieri perché è proprio questo che vuole da noi a motivo dell’immenso amore che vuole riversare su ciascuno di noi.

L’unione ordinaria con Maria fa sì che Maria continua a vivere ed a servire Dio scendendo nelle nostre anime e noi veniamo accolti in quel modo di essere, di pensare, di agire come insegnava San Massimiliano Kolbe fino a diventare un’altra Maria vivente, parlante e operante, san Massimiliano parlava di una “transustanziazione” in Maria, in un certo modo prendiamo le fattezze di Maria.

COME SI FA AD ARRIVARE A QUESTO?

-Occorre una preghiera perseverante e incessante (san Luigi), soprattutto attraverso il Santo Rosario.

– La pratica frequente dei sacramenti, in particolare la messa (non solo la domenica ma possibilmente più volte alla settimana) e la confessione frequente una volta a settimana o almeno una volta al mese.

– La pratica della mortificazione: attraverso la rinuncia alla propria volontà e il digiuno e le rinunce alle gratificazioni materiali.

LA VITA DI UNIONE con MARIA allora si manifesterà in noi nel grado ordinario, mediante un profondo impegno di vita spirituale; nel grado straordinario mediante l’unione mistica con la Madonna. Non sono teorie queste, ci sono santi che sono arrivati al matrimonio spirituale con la Madonna ed alla introduzione nel seno della Trinità, ci sono testimonianze in tal senso da parte di San Massimiliano Kolbe e santa Veronica Giuliani; la Madonna prende possesso dell’anima di santa Veronica per istruirla e guidarla.

AGIRE PER MARIA è l’ultimo atteggiamento interiore, è alla nostra portata ed è un punto cardine della vita del consacrato, Maria diventa il fine, come spiega san Luigi FINE RELATIVO (IL FINE ASSOLUTO È DIO) quando il consacrato fa qualcosa per Maria per la Sua gloria e per il Suo onore, Maria fa arrivare questa gloria e questo onore a Dio e li fa arrivare in un modo perfetto, stupendo, sublime perché passa tutto attraverso di Lei che è La Piena di Grazia, l’Immacolata.

OGNI NOSTRA AZIONE È CARATTERIZZATA DA TRE ELEMENTI

1) ATTO O AZIONE CHE STO COMPIENDO sul piano materiale mediante una parola, un gesto, un comportamento oppure sul piano spirituale mediante un pensiero;

2) INTENZIONE CON CUI STO COMPIENDO L’ATTO perché sto compiendo quell’atto, per chi lo sto facendo;

3) CIRCOSTANZE DELL’ AZIONE: come sto facendo una cosa, quando la sto facendo, dove la sto facendo, quali mezzi sto usando; il COME, QUANDO, DOVE, CON COSA, CON QUALI MEZZI.

LA BONTA’ O LA CATTIVERIA DI UN ATTO DIPENDE DA QUESTE TRE COSE. Una azione è virtuosa se queste tre cose sono buone.

Alcuni esempi:

– La preghiera è una cosa buona in sé ma se prego per farmi vedere l’intenzione non è buona perché sto agendo per vanità (viene meno il secondo punto);

– Anche se l’intenzione è buona, se prego quando dovrei studiare o lavorare e trascuro un mio dovere, l’azione di per sé buona diventa a causa delle circostanze non buona, ad esempio una madre di famiglia che non prepara il pranzo per pregare.  Se devo svolgere un mio dovere di stato prima di tutto devo eseguire quello (viene meno il terzo punto).

– Se invece non prego affatto perché mi dedico esclusivamente ai miei doveri di stato con la scusa che non ho tempo per pregare, è evidente che viene meno il primo punto per omissione. Infatti anche se gli atti in sé sono buoni in questo caso attribuisco valore assoluto al mio dovere di stato trascurando completamente il mio dovere spirituale.

RETTITUDINE DI INTENZIONE

Consente di indirizzare a Dio tutte le cose che facciamo per dare gloria a Lui. Quale è la differenza tra il primo ed il terzo impegno spirituale? Il primo ” per mezzo di Maria” ed il terzo ” per Maria” sembrano simili ma non lo sono.

PER MEZZO DI MARIA significa che facciamo nostre le intenzioni di Maria, questo impegno spirituale riguarda la purezza delle intenzioni, perché Maria ci rende partecipi delle Sue intenzioni.

PER MARIA, prima di compiere un’azione mi fermo e dico: ” Indirizzo e rivolgo l’intenzione di questo mio agire per Maria. Vi’ è quindi più che un aspetto personale ascetico, qui è chiamata in causa la nostra sfera cosciente: SIAMO CHIAMATI A VIVERE LA RETTITUDINE D’INTENZIONE IN TUTTE LE COSE CHE FACCIAMO IN MODO COSCIENTE. Dobbiamo chiederci per chi? Perché sto facendo questa o quella cosa? Dobbiamo correggere gli eventuali difetti che troviamo nelle nostre azioni per indirizzare tutte le cose per la gloria di Dio in maniera esplicita e cosciente dicendo ad esempio:” Faccio questo per te, per la Tua gloria mio Dio per farti piacere!”. Trasferiamo questo discorso generale in particolare al consacrato a Maria che fa tutte le cose per Maria: FARE TUTTE LE COSE PER MARIA SIGNIFICA INDIRIZZARE LA RETTITUDINE D’INTENZIONE COME FINE PROSSIMO DELLE NOSTRE AZIONI PERCHE’ SIA LEI POI AD OFFRIRLE, A NOME NOSTRO, A DIO COME FINE ULTIMO. Uno schiavo lavora per il suo padrone, per chi si è consacrato a Maria come schiavo d’amore non può e non deve rimanere ozioso. Quest’ ultimo atteggiamento rinvigorisce lo zelo del consacrato. Maria è la mia Signora e che Signora! E quindi devo darmi da fare! Questo atteggiamento oltre a purificare l’intenzione è come se incanalasse una energia spirituale per poter poi operare con vigore, zelo ed entusiasmo. Mano a mano che si cresce con la conoscenza di Maria con la formazione, la meditazione, l’orazione e mano a mano che conosco sempre più le intenzioni, i voleri, i pensieri, i desideri di Maria l’anima deve sentire sempre più impellente il desiderio di servire Maria. L’anima deve sentire il dovere di essere la prima e la più sollecita anima a servire Maria, la nostra Divina Signora. Tra i consacrati schiavi di Maria per amore, deve sussistere una santa gara, una emulazione volta ad avere il primato nel numero e nella qualità dei servizi che si rendono a Maria. Sia quelli che si sanno essere da Lei richiesti e voluti, sia quelli che si offrono spontaneamente per un atto di suprema generosità. San Luigi aggiunge: questo non è per tutti ma solo per chi vive la consacrazione da molto tempo ed è passato ad uno stato più radicale nel vivere la consacrazione. Inoltre, san Luigi dice che dobbiamo intraprendere cose grandi per Lei, fare il possibile perché Ella sia conosciuta, amata, servita perché molti si consacrino a Lei offrendo la loro vita. Perché vengano difesi i Suoi privilegi e la Sua grandezza anche quando la vediamo contestata dai cattivi teologi, dai progressisti, dai modernisti, dagli eretici che non mancano mai, non dobbiamo aver paura di essere e di farci riconoscere quali suoi fedeli servitori devoti.

IN CONCRETO per vivere “PER MARIA” dobbiamo offrirLe tutte le nostre azioni da quelle più sacre a quelle più ordinarie, tutto deve investire il campo dell’offerta, si può usare questa frase: “Per Te faccio questo mia buona Madre!” Dobbiamo dire questa frase prima di ogni azione, oppure, ripetere la frase che utilizzava san Massimiliano Kolbe “Per Te Immacolata, tutto per Te Immacolata!” Oppure rivolgendoLe uno sguardo dell’anima, indirizzando silenziosamente un pensiero a Lei come fine prossimo. Questo esercizio è oltremodo santificante perché obbligandoci allo sforzo di ricordarci di offrire ogni cosa a Maria realizza  tre importantissimi obbiettivi:

1) Ci tiene lontano dal peccato e vicini alla virtù perché chiaramente nessuno, si spera, sarebbe così sfrontato da offrire a Maria un peccato;

2) Ci fa praticare la rettitudine d’intenzione di modo che i nostri atti meritano più gloria in Paradiso e più grazia in questa terra. È la carità che viene premiata in Cielo, non l’azione in sé stessa. Anche quella ha la sua importanza, è evidente, ma è la carità la cosa più importante da cui essenzialmente deriva la gloria, la grazia ed il merito.

3) Questa pratica rende le nostre azioni più meritorie perché esse sono offerte direttamente a Maria e giungono indirettamente purificate da Lei a Dio. Certo quando noi offriamo a Dio una cosa per la Sua gloria anche questa è una intenzione pura ma quando questa medesima intenzione, questa medesima azione con la relativa intenzione di offrirla per la gloria di Dio passa per le mani di Maria si riveste di una purezza eccezionale. Misteriosamente riceve un grado di merito maggiore. Questo è un dono, solamente chi vive questa dimensione mariana di consacrato può avere un simile privilegio. Ripeto non è strettamente necessario per avere un buon grado di gloria ed un buon merito, però quando lo si fa in questo modo c’è un plusvalore e quindi un vantaggio spirituale. La consacrazione è impegnativa ma ci sono delle convenienze che non sono umane ma tutte spirituali e del resto è questo quello che conta.

Concludiamo con due testimonianze, due frasi una di san Massimiliano Kolbe e l’altra di san Bernadette Soubirous due dei più grandi santi mariani di tutti i tempi, proprio su questa vita mariana, questo offrire tutto a Maria. San Massimiliano diceva: ” Sacrifica tutto te stesso all’Immacolata, tutto puoi su te stesso e sugli altri per mezzo di Lei, soffri, prega, lavora per l’Immacolata ed essa si prenderà cura di te”.  Santa Bernadette: ” O Maria ricevete il mio cuore come vittima espiatrice delle mie colpe, stritolatelo per mezzo del dolore, vi faccio il sacrificio di tutte le creature affinché il mio cuore non sia più di altri che di Te e del mio Gesù, venite in mio soccorso concedetemi la grazia di morire a me stessa per non più vivere che del mio dolce Gesù e per il mio dolce Gesù o Madre mia, fiat per la vita, fiat per il dolore, fiat per la morte, fiat per l’eternità, fiat o Madre nel Vostro dolce cuore” . Una preghiera vibrante, stupenda, splendida.

FIORETTO:

– Nella giornata odierna ricordate spesso, quanto più spesso possibile, di elevare il vostro cuore prima del vostro agire offrendo tutto per Maria, per il Suo onore, per la Sua gloria e per le Sue santissime intenzioni, perché Lei offre tutto per la gloria di Dio e Dio sia benedetto, lodato e glorificato per mezzo anche nostro. È una cosa bellissima.