Eucarestia

 

L’Immacolata e il memoriale dell’Eucaristia
di Padre Serafino M. Lanzetta

Nel “memoriale” del Calvario è presente tutto ciò che Cristo ha compiuto nella sua Passione e Morte. Pertanto non manca ciò che Cristo ha compiuto anche verso la Madre a nostro favore. A Lei infatti consegna il discepolo prediletto e, in lui, ciascuno di noi: “Ecco tuo figlio” – Giovanni Paolo II.

 

 

Cercheremo adesso di illuminare, per quanto è possibile a poveri mortali, l’intrinseca relazione tra l’Immacolata, data a noi quale Madre Santissima, e l’Eucaristia nella sua dimensione di memoriale. V’è un legame tra i due aspetti?

Il filo rosso di questa relazione ineffabile possiamo scoprirlo proprio riflettendo sul concetto di memoriale. Il termine memoriale vuol significare prolungare nel tempo un evento salvifico già realizzatosi puntualmente in un determinato arco di tempo. Il memoriale è una categoria biblica per la quale si celebra ora, rivivendone l’esperienza salvifica, ciò che storicamente s’è realizzato una volta per sempre. Tale è il memoriale della Pasqua ebraica (la liberazione degli Ebrei dalla schiavitù d’Egitto) ma molto di più è il memoriale del Signore, il quale, celebrato durante la Santa Messa, prolunga nel tempo l’evento della salvezza che Cristo ci ha conquistato sulla Croce. In virtù della celebrazione memoriale si può rivivere tutto quanto Cristo ha compiuto per la nostra salvezza. Alle parole del sacerdote che proclamano: «Mistero della fede», i fedeli rispondono: «Annunciamo la tua morte o Signore…». Il memoriale del Signore in tal modo ha nella Passione, Morte e Risurrezione di Gesù il suo centro propulsore.

Tutta la vita di Cristo è protesa verso il momento supremo dell’olocausto di se stesso. Cristo è il «sommo sacerdote secondo l’ordine di Melchisedek» (Eb 5,10). Cristo offrì tutto se stesso e, come Melchisedek, preannunciò il suo sacrificio nell’offerta del pane e del vino, divenuti, durante l’Ultima Cena, suo Corpo e suo Sangue. Ecco il memoriale del Signore: la sua vita intera culminante nella Passione e Morte è iscritta nel sacramento dell’Eucaristia, memoriale, prolungamento del mistero che ci salva, di quel mistero che è Cristo stesso. Un mistero, d’altronde, che in tanto possiamo celebrare “in memoria” di quanto ha fatto il Signore, in quanto, quel Signore che noi celebriamo è risorto, è vivo e regna nei secoli; è al di fuori dello spazio e del tempo, nell’eternità: dunque presente ad ogni presente storico.

Se l’Eucaristia è la celebrazione memoriale di quanto il Signore ha compiuto per la nostra salvezza non possiamo dimenticare quanto il Signore ha fatto in quel momento solenne dall’alto della Croce: a Giovanni ha affidato la sua Madre e in Giovanni l’ha data a tutti noi. Quanto di più prezioso aveva, Gesù l’ha consegnato alla sua Chiesa, a noi suoi discepoli. Ben potremmo avvicinare quel “gesto offertoriale” di Gesù verso la sua Chiesa: «Donna ecco tuo figlio…» (Gv 19,26ss), all’offerta/olocausto che il Signore faceva di se stesso sigillandola in memoria nella Santissima Eucaristia. In tutte e due le offerte rifulge l’amore di Cristo per i Suoi, che non conosce confini e dona il suo stesso amore: l’amore suo filiale per l’Immacolata e l’amore suo «fino alla fine» (Gv 13,1) che è l’Eucaristia. Due allora sono gli “ambiti memoriali” lasciatici dal Signore: l’Eucaristia e la sua Madre che s’intrecciano a vicenda come fili di uno stesso ordito. Madre e Figlio, l’Immacolata e l’Eucaristia: doni sommi dell’amore divino per la Chiesa.

Il Santo Padre nella sua lettera enciclica Ecclesia de Eucharistia così scrive: «“Fate questo in memoria di me” (Lc 22,19). Nel “memoriale” del Calvario è presente tutto ciò che Cristo ha compiuto nella sua Passione e nella sua Morte. Pertanto non manca ciò che Cristo ha compiuto anche verso la Madre a nostro favore. A Lei infatti consegna il discepolo prediletto e, in lui, consegna ciascuno di noi: “Ecco tuo figlio!”. Ugualmente dice anche a ciascuno di noi: “Ecco tua madre!” (cf. Gv 19,26-27)» (n. 57).

Quel «fate questo in memoria di me», allora, scandirà all’unisono alle orecchie dei fedeli cristiani quel dolce canto: l’Eucaristia e l’Immacolata sono un unico amore. Dire Eucaristia significherà rivivere la filiazione di ciascuno con Maria, data a noi quale Madre sul Calvario, e dire Immacolata vorrà sottolineare che l’Eucaristia è il dono memoriale di Cristo, impastato con il sangue e il latte verginali di Maria.

«Vivere nell’Eucaristia il memoriale della morte di Cristo – continua il Papa polacco – implica […] ricevere continuamente questo dono. Significa prendere con noi – sull’esempio di Giovanni – Colei che ogni volta ci viene donata come Madre. Significa assumere al tempo stesso l’impegno di conformarci a Cristo, mettendoci alla scuola della Madre e lasciandoci accompagnare da Lei. Maria è presente, con la Chiesa e come Madre della Chiesa, in ciascuna delle nostre Celebrazioni eucaristiche. Se Chiesa ed Eucaristia sono un binomio inscindibile, altrettanto occorre dire del binomio Maria ed Eucaristia. Anche per questo il ricordo di Maria nella Celebrazione eucaristica è unanime, sin dall’antichità, nelle Chiese dell’Oriente e dell’Occidente» (n. 57).

O soave Ostia che espandi il profumo liliale di Maria!