Pensiero del giorno 06 febbraio 2024

 

Martedì quinta settimana del tempo ordinario il quarto comandamento. 

“Onora tuo padre e tua madre…” Mc 7,1-13

 

Amare con opere i genitori. Che cosa significa onora il padre e la madre? 

Il compimento amoroso del quarto comandamento ha il suo fondamento più solido nella coscienza della nostra filiazione divina. L’unico che può essere considerato Padre nel senso più completo del termine è Dio, «dal quale ogni paternità nei cieli sulla terra prende nome». I nostri genitori, generandoci, hanno partecipato di questa paternità di Dio che si estende a tutta la creazione. In essi vediamo come un riflesso del Creatore, e amandoli onorandoli rettamente onoriamo e amiamo in essi anche Dio stesso, come Padre. 

Nel tempo liturgico del Natale abbiamo contemplato la Sacra Famiglia -Gesù, Maria e Giuseppe- come modello e prototipo di amore e spirito di sacrificio per tutte le famiglie. Gesù ci ha lasciato l’esempio e la dottrina che dobbiamo seguire per compiere come vuole Dio il dolcissimo precetto del quarto comandamento. Prima di tutto Gesù ha affermato in più occasioni che l’amore per Dio ha alcuni diritti assoluti, e a tale amore devono essere subordinati tutti gli amori umani: «Chi ama il padre o la madre più di me non è degno di me; chi ama il figlio o la figlia più di me non è degno di me Pertanto è contrario alla volontà di Dio, e di conseguenza non è vero amore, l’attaccamento disordinato alla propria famiglia, che diventa un ostacolo a compiere la volontà di Dio: «Gesù replicò: “Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu va e annunzia il regno di Dio”. 

Gesù ci ha lasciato un esempio perfetto di dedizione piena alla volontà del suo padre celeste- «Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?», dice a Maria e a Giuseppe quando lo ritrovano a Gerusalemme-, e nello stesso tempo è il modello perfetto di come dobbiamo compiere il precetto e della considerazione in cui dobbiamo tenere i vincoli famigliari: visse soggetto all’autorità dei suoi genitori e imparò da San Giuseppe il suo mestiere, aiutandolo a sostenere la famiglia; realizzò il primo miracolo su preghiera di sua Madre; tra i suoi parenti scelse tre dei  discepoli; e, prima di morire per noi sulla croce, affidò a Giovanni la cura di sua Madre; per non parlare degli innumerevoli miracoli che realizzò vinto dalle lacrime o dalle parole di una madre o di un padre: il Signore ascolta con particolare commozione le preghiere che i genitori gli rivolgono in favore dei propri figli. 

L’ambito del quarto comandamento è vastissimo e possiamo mostrare il nostro rispetto e il nostro amore per i genitori in vari modi. «Innanzitutto con la preghiera a Dio, perché conceda ai genitori il necessario benessere nella vita, il rispetto altrui e il proprio divino compiacimento. 

Inoltre amiamo i genitori provvedendo al loro sostentamento e benessere. Lo testimonia Gesù…, rimproverando i farisei…. In occasione specialmente di malattie, questo dovere diventa anche più grave. Non bisogna allora tralasciare nulla per procurare loro il beneficio dei sacramenti, necessari quando si avvicinano alla morte. Infine, anche dopo la morte, dimostreremo il nostro amore ai genitori con la cura dei funerali e della sepoltura, celebrandone gli anniversari ed eseguendone fedelmente la volontà testamentarie. 

Se disgraziatamente i genitori fossero lontani dalla Fede, il Signore ci darà grazia per realizzare con loro un apostolato pieno di stima e  rispetto, che consisterà ordinariamente, nel pregare e nel mortificarsi per loro, nell’esempio di un comportamento filiale allegro, edificante, pieno di affetto, e unito a ciò, ci sarà anche l’impegno di cercare occasioni per avvicinarli a chi possa parlar loro di Dio con più autorità: i figli, infatti, non possono eleggersi di proprio iniziativa a maestri dei genitori. 

Fonte: Parlare con Dio, Francisco Fernandez- Carvajal, Vol III, Ed Ares, pag 264-265.

 

SANTA GIORNATA!