Pensiero del giorno 17 novembre 2023

 I vari stadi o stazioni del Purgatorio

Secondo le rivelazioni dei santi, e possiamo dire anche secondo la logica, il Purgatorio è diviso in vari stadi, a seconda dello stato di purificazione che l’anima deve subire, in proporzione delle colpe commesse. La scuola, per esempio, è come una purificazione ed un’elevazione della mente ed è per necessità divisa in varie classi: dall’asilo d’infanzia, dove la mente si comincia a schiudere, all’università dove la mente si completa o dovrebbe completarsi in una data disciplina. 

Santa Francesca Romana, vide il Purgatorio diviso in tre parti distinte: nella regione superiore stanno le anime che soffrono la sola pena del danno cioè della privazione della visione di Dio o qualche pena mite e di poca durata, per renderle atte alla visione ed al godimento di Dio. Nella regione media, dove la santa vide scritto: Purgatorio, soffrono le anime che commisero colpe leggere o che debbono- aggiungiamo noi -liberarsi dalle pene dei peccati mortali perdonati quanto alla colpa. In fondo all’abisso e in vicinanza dell’Inferno vide la terza regione, ossia il Purgatorio inferiore, tutto ripieno di un fuoco chiaro e penetrante, diverso da quello dell’Inferno che è oscuro e tenebroso. 

Questa terza regione la vide divisa in tre scompartimenti, dove le pene vanno gradatamente aumentando a seconda delle responsabilità delle anime e del grado di gloria e di felicità al quale debbono giungere; il primo è riservato ai secolari, il secondo ai chierici non ordinati in sacris; il terzo ai sacerdoti ed ai vescovi. Io penso che questo terzo scompartimento deve avere un luogo più profondo ancora riservato ai religiosi e alle religiose che avendo avuto maggiori mezzi di santificazione e maggiori lumi da Dio, hanno una maggiore responsabilità nelle loro colpe e quindi un maggiore bisogno di espiazione…

La pena del danno.

Possiamo dire che l’intensità delle pene è proporzionata esattamente alle colpe commesse ed è resa intensa e come dominata dalla pena del danno, cioè dalla privazione di Dio e dal desiderio di possederlo, per l’intenso amore che le anime hanno per Lui e per l’intensissimo amore che Dio ha per loro. Perciò abbiamo chiamato il Purgatorio una contesa d’amore. Dio non è severissimo con loro, è invece amorosissimo e le purifica perché le vuole in una perfetta felicità. L’anima percepisce questo amore di Dio e per questo si lancia ancora di più verso di Lui; arde per amore. geme per amore; percepisce la caligine oscura nella quale si trova, perché è amata ed ama; domanda aiuto per uscire dal suo stato, perché sia abbreviato, non potendo essa abbreviarlo con i propri meriti, essendo incapace di meritare e quest’ansia l’ha per amore. 

Il gemito dell’amore dell’anima che desidera Dio e che sente l’attrazione del divino amore che la vuole nella felicità, costituisce la pena del danno che è una contesa d’amore. Possiamo anche dire che è una pena che tempera le pene del fuoco e dei sensi. Sembra un paradosso, eppure è così, per la stessa contesa d’amore, che fa considerare all’anima ogni pena purificatrice come un passo verso il sommo Bene e l’eterno felicità. 

Fonte: Chi morrà, vedrà…, Il Purgatorio e il Paradiso, Sac. Dolindo Ruotolo, CME Apostolato Stampa, Capitolo Quinto, pag 44-46

SANTA  GIORNATA!