Pensiero del giorno 30 gennaio
Ave Maria!
“Nessun profeta è bene accetto nella sua patria”. Lc 4, 21-30
Molti erano andati alla sinagoga con la speranza di assistere a qualche miracolo, e vedendo che Gesù non ne aveva operati, provarono una profonda delusione, e per questo ricordarono che Gesù era il figlio di Giuseppe, com’essi lo credevano, ignorando il mistero della Verginità di Maria e quello della Sua divina maternità. Gesù Cristo smascherò i loro pensieri occulti, mostrando che non aveva potuto operare miracoli proprio per la loro poca fede e affermando con parola severa, un po’ velata ma chiara, che sarebbe stata usata misericordia maggiore ai pagani, come fu usata pietà alla vedova di Sarepta da Elia e a Naaman il Siro da Eliseo, poiché nessun profeta è accetto nella sua patria. Le parole severe di Gesù rivelavano tutto il retroscena dei cuori malintenzionati che lo ascoltavano ed erano volte alla loro conversione, ma rifiutando essi la divina misericordia, furono come invasati da satana e tutti, alzandosi con impeto, lo cacciarono fuori dalla sinagoga e dalla città e lo sospinsero fin sulla sommità della montagna, dove, all’angolo sud ovest, c’era un precipizio profondo dieci o dodici metri, per gettarvelo dentro e ucciderlo. Gesù però manifestando la sua divina potenza, passò in mezzo a loro tranquillamente e se ne andò, senza che alcuno avesse osato di mettergli le mani addosso. Egli mostrò, in tal modo, che era dominatore tranquillo degli eventi e che senza il suo permesso nessuno poteva fargli del male.
Gli uomini si entusiasmano con facilità delle belle parole che vengono dette loro, e appena una tentazione o un sentimento disordinato li sconvolge, vanno all’eccesso opposto e giungono fino al delitto. (Commento ai Vangeli del Servo di Dio Dolindo Ruotolo).
Sua Santità Benedetto XVI (Angelus, 8 luglio 2012) commenta: dopo che Gesù, a circa trent’anni, aveva lasciato Nazareth e già da un po’ di tempo era andato predicando e operando guarigioni altrove, ritornò una volta al suo paese e si mise ad insegnare nella sinagoga. I suoi concittadini «rimanevano stupiti» per la sua sapienza e, conoscendolo come il «figlio di Maria», il «falegname» vissuto in mezzo a loro, invece di accoglierlo con fede si scandalizzavano di Lui (cfr Mc 6,2-3). Questo fatto è comprensibile, perché la familiarità sul piano umano rende difficile andare al di là e aprirsi alla dimensione divina. Che questo Figlio di un falegname sia Figlio di Dio è difficile crederlo per loro. Gesù stesso porta come esempio l’esperienza dei profeti d’Israele, che proprio nella loro patria erano stati oggetto di disprezzo, e si identifica con essi. A causa di questa chiusura spirituale, Gesù non poté compiere a Nazareth «nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì» (Mc 6,5). Infatti, i miracoli di Cristo non sono una esibizione di potenza, ma segni dell’amore di Dio, che si attua là dove incontra la fede dell’uomo nella reciprocità. Scrive Origene: «Allo stesso modo che per i corpi esiste un’attrazione naturale da parte di alcuni verso altri, come del magnete verso il ferro … così tale fede esercita un’attrazione sulla potenza divina» (Commento al Vangelo di Matteo 10, 19).
Monte del precipizio, vicino Nazareth
Gesù concede le sue grazie a tutti gli uomini ma dove trova dei Cuori induriti Lui non può fare nulla, l’ostinazione e il rifiuto alla grazia di Dio bloccano ogni altro bene e anzi si può arrivare ai crimini più scellerati come quello che gli scribi e i farisei hanno poi, commesso contro Gesù.
Gesù passa e bussa, se lo accogliamo e lo lasciamo entrare nella nostra casa compirà meraviglie di grazie e anche miracoli, perché condizione indispensabile per questi è la Fede.
Santa Domenica!