Pensiero del giorno 5 settembre

Ave Maria!

IL VANGELO DI OGGI

+ Dal Vangelo secondo Luca
Un sabato, Gesù entrò nella sinagoga e si mise a insegnare. Ora c’era là un uomo, che aveva la mano destra inaridita. Gli scribi e i farisei lo osservavano per vedere se lo guariva di sabato, allo scopo di trovare un capo di accusa contro di lui. Ma Gesù era a conoscenza dei loro pensieri e disse all’uomo che aveva la mano inaridita: “Alzati e mettiti nel mezzo!”. L’uomo, alzatosi, si mise nel punto indicato. Poi Gesù disse loro: “Domando a voi: È lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o perderla?”. E volgendo tutt’intorno lo sguardo su di loro, disse all’uomo: “Stendi la mano!”. Egli lo fece e la mano guarì. Ma essi furono pieni di rabbia e discutevano fra di loro su quello che avrebbero potuto fare a Gesù.

UNA RIFLESSIONE PER TE

“Stendi la mano”. Sono le parole che Gesù rivolge all’uomo che implora la guarigione. Egli sta insegnando nella Sinagoga in giorno di Sabato. Egli insegna, come sempre, con la forza della parola e con i gesti e i segni che pone. Gli scribi e i farisei, più che ad ascoltare gli insegnamenti di Cristo stanno ad osservare, quasi a spiare i suoi comportamenti per trovare qualche appiglio per poi accusarlo. Non è certamente questo il modo di porsi dinanzi al Signore. La sua parola va accolta con fede e gratitudine. È quasi consequenziale poi che neanche dinanzi al miracolo trovino motivo di comprensione e di conversione. L’invidia acceca e la cecità spirituale rilega nelle tenebre e sfocia in aperta avversione. Gesù legge nei loro pensieri e cerca ancora di gettare luce in quei cuori: «Àlzati e mèttiti nel mezzo!», dice a quell’uomo. Con quel gesto vuole dire chiaramente che l’uomo va posto al centro di ogni interesse e al disopra di ogni altro calcolo, poi aggiunge: «Stendi la mano!» e la mano guarì. Purtroppo non segue l’ammirazione per l’accaduto, non segue la loro conversione e ancor mano la lode a Dio, ma «pieni di rabbia e discutevano fra di loro su quello che avrebbero potuto fare a Gesù». S’intrecciano in questo episodio la cura amorevole del medico divino, l’attenzione che Cristo ha per ciascuno di noi e la rabbia degli scribi e dei farisei. È una storia che ha avuto e ha ancora il suo sèguito. Sono ancora tanti i seguaci degli scribi e dei farisei! Per fortuna sono ancora tanti coloro che fiduciosamente stendono le mani verso Cristo, tanti ad essere guariti, tanti a cantare la misericordia di Dio per i suoi prodigi di grazia e di amore.

UNA PROPOSTA PER …”VIVERE”… LA PAROLA!

Carissima amica ed amico, buongiorno e buon inizio di settimana. L’uomo emargina il suo simile. Dio lo pone al centro. La distanza più grande che il nostro agire frappone tra noi e la divinità è proprio qui. Cerchiamo giustamente di eliminare il peccato dalla nostra vita perché ci allontana da Dio, e non ci rendiamo conto che ogni volta che fermiamo lo sguardo sul limite del fratello, ogni volta che puntiamo il dito e che emarginiamo l’altro, noi offuschiamo quell’immagine divina che Dio ha impresso in noi. Il nostro agire non ricalca il suo. Come le vergini stolte potremmo sentirci dire da Lui: “Io non vi conosco!”. Questa mattina ti esorto a chiederti seriamente se il tuo modo di agire nei confronti degli altri ti rivela quale figlio di Dio, impegnato sempre a “porre l’uomo al centro”, a riscattarlo dal limite che lo opprime e deprime. Nella preghiera, eleva al Signore la tua invocazione dicendo: “Signore Gesù, purifica il mio sguardo, perché ritrovi la luminosità del tuo che ovunque e sempre sa vedere l’uomo la sua inalienabile dignità. Amen”.

Don Mario

BUONA GIORNATA E IL SIGNORE TI BENEDICA.

Mese dell’Addolorata

La vita è dolore, ora la nostra salvezza, o la nostra perdizione dipendono dal modo in cui si orienta nel dolore. Giobbe soffrì da Santo e la moglie soffrì da stolta.

Pensate che un malanno è sempre un castigo, un’espirazione, un richiamo di Dio, quindi cominciate col togliere il peccato dalla casa e a fare tutti la Santa Comunione. La bestemmia, l’impurità, la profanazione della festa attirano grandi flagelli nella casa. La Comunione, la preghiera, la fiducia in Dio danno un conforto inestimabile e hanno una grande efficacia anche terapeutica come fu riconosciuto in un congresso di medici.

Non complicate le situazioni usate rimedi semplici, confidate in Dio, ricorrete e Maria, compassionate i suoi dolori e siate certi che essa compassiona i vostri. Uscite fuori dalla caligine dell’indifferenza, della miscredenza che tanto male ci hanno fanno e ci fanno. Maria compassionò Gesù ma non potette sollevarlo; noi siamo il Corpo Mistico di Gesù ed Essa in noi consola e solleva Lui che vive in noi ancora appassionato e Crocifisso. Gesù compassionò Maria, e fu sommo suo dolore esserle di spasimo; non potette alleggerirle questo spasimo atroce. Noi, Corpo mistico di lui, possiamo ancora consolare Maria e, compassionandola, ci sentiamo più uniti e come immedesimati con Gesù. Dunque, Maria vuole essere compassionata da noi per quest’altra ragione: la compassione di Lei nei nostri dolori ci unisce di più a Gesù Cristo, Re di amore e di dolore, e accresce in noi quella rassomiglianza che dobbiamo avere con Lui per salvarci, diventando l’oggetto della compiacenza di Dio. La nostra devozione fa della nostra casa un placido e sereno Calvario, dove regna il Crocifisso nell’ immolazione dell’infermo, e domina Maria nella carità e nella compassione che sia ha per l’infermo, vedendo il lui Gesù crocifisso.

Sac Dolindo Ruotolo