Pensiero del giorno 8 febbraio 2024

Ave Maria

In preparazione alla Festa di Nostra Signora di Lourdes propongo delle riflessioni di Fra Pietro M Pedalino sulle apparizioni molto utili per meditare sul messaggio della Madonna.

Il racconto della apparizioni 

Nel 1858, a febbraio, a Lourdes, l’undicesimo giorno è giorno di vacanza per gli scolari. E’ un giovedì e Bernadette, sua sorella Toinette e l’amica Jeanne Abadie detta “Baloum” vanno a far legna nelle campagne fuori dal paese. Pensano così di respirare un po’ di aria buona, fare una passeggiata e ricavare qualcosa per la famiglia dalla vendita di sterpi e rami secchi raccolti.

Così camminando e raccogliendo seguono un ruscello e il ruscello porta al promontorio chiamato Massabielle. Qui, alla sua base, c’è una grotta dove forse si può trovar qualcosa per la raccolta. Le acque basse permettono anche di accedervi, ma bisogna attraversare il canale e dei banchi di sabbia, bagnandosi i piedi fino almeno alla ginocchia nell’acqua gelida. Toniette e la possente Baloum attraversano, pur piangendo per i brividi, ma Bernadette non ce la fa né viene aiutata a farlo. Così le due si avanzano e allontanandosi la lasciano sola per almeno un quarto d’ora… 

Prima Apparizione

 Rimasta ormai sola presso la riva del Gave, Bernardette «chiede a Jeanne e a Toinette di gettare in acqua delle pietre, cosi da permetterle di attraversare senza bagnarsi troppo. Ma le rispondono: “Passa come abbiamo fatto noi!“. Bernadette ci pensa ancora un attimo e poiché non ha altra soluzione, inizia a togliersi le calze. Mentre si sta sfilando la prima, avverte un rumore, come un colpo di vento. Dice proprio così, usando, senza rendersene conto, la stessa espressione che troviamo negli Atti degli Apostoli quando è descritto l’inizio della Pentecoste (…). Dunque Bernadette si volta a guardare indietro: “Che cosè?” Perché non c’è vento. E aggiunse: “Vidi che i pioppi non si muovevano, allora ho continuato a scalzarmi“. Aveva avvertito il colpo e il vento, ma non c’era vento in quel momento. Ma ora, mentre sta finendo di togliersi le calze, una luce appare nella nicchia della grotta e poi, all’interno di questo alone luminoso, la Vergine Maria».[1]

Le apparizioni alla grotta, dunque, cominciano nel segno della “biblicità”: sono, in tal modo, come innestate nel filone della storia della salvezza che Dio vuole portare a compimento, come sappiamo, per mezzo dell’intervento della Vergine Maria nel mondo: «In molte manifestazioni la Madonna esprime la sua spiccata predilezione per i segni biblici, come a indicarci una continuità nella storia della salvezza, che non è soltanto un avvenimento del passato, ma si ripete costantemente in una perenne novità».[2]

C’è come un rincorrersi di segni biblici in questa prima apparizione che offrono un chiaro indizio che si tratta di un avvenimento divino, soprannaturale: l’acqua del Gave che scorre, l’attraversamento del fiume, la grotta che ricorda tanti motivi dell’Antico e del Nuovo Testamento, poi il fruscio di un cespuglio e una folata di vento che indirizza lo sguardo di Bernadette verso l’interno della grotta.

Il tema del vento, ad esempio, è presente nella Sacra Scrittura a più riprese e generalmente precede o realizza una teofania. Oltre al giorno di Pentecoste in cui “venne all’improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo” (At 2,2), si ricorderà certamente l’episodio del profeta Elia sul monte Oreb. In quel caso, come nell’apparizione della Madonna dell’11 febbraio, Dio non era nel terremoto, nel fuoco, nel forte vento ma nel “mormorio di una brezza leggera” (1Re 19,12). Dio si manifestò al profeta per indicargli una nuova missione preceduta dall’esperienza della sua pacificante presenza: ungere il re di Aram e quello di Israele ed Eliseo come profeta al suo posto. La Vergine Maria apparve a santa Bernardette per affidare anche a lei una missione: quella di essere sua testimone e referente del suo messaggio.

Anche il tema dell’attraversamento del fiume è caratteristico. Fa pensare all’attraversamento del Giordano da parte del popolo di Israele guidato da Giosuè, figura del Battesimo di Cristo e di quello del popolo della Nuova alleanza, come anche della morte e risurrezione del Signore a cui è misticamente associato ogni battezzato.

Ritorniamo alle apparizioni. La Bella Signora vista da Bernardette aveva un abito ed un velo bianchi, con una fascia blu che Le cingeva i fianchi ed una rosa gialla su ciascuno dei piedi. Si trattava certamente di qualcosa di reale, di esterno a Bernardette, non una suggestione e questo viene messo in evidenza dal nome con cui la pastorella chiama l’apparizione: “Aquerò” che, tradotto, significa quella cosa là. Non si tratta di una forma di disprezzo ma di una incapacità da parte della ragazza di definire con chiarezza l’identità della Signora che le stava davanti e, al contempo, la constatazione che non stava immaginando o sognando ma davvero “qualcosa” – o meglio “Qualcuno” – era dinanzi a lei.

Il racconto di Bernardette continua: «”Misi la mano in tasca, senza riflettere, e vi trovai il mio rosario“. Cerca per due volte di farsi il segno della croce, ma il braccio rimane come bloccato a mezz’aria. Soltanto quando l’apparizione fa il segno della croce, anche lei può imitarla. Bernardette comincia dunque a recitare il Rosario in presenza dell’apparizione. La ragazza non ha  l’impulso di fuggire ma di pregare».[3]

La Madonna, durante questa prima apparizione non dice nulla: «Bernardette comincia a recitare il Rosario e si rende conto che l’apparizione recita con lei il Padre Nostro e il Gloria, ma sta in silenzio al momento dell’Ave Maria. Questa è già un’indicazione dell’identità di Aquerò. Bernadette è assorta, guarda fisso di fronte a sé in direzione della grotta. Recita tutto il Rosario. Poi l’apparizione svanisce».[4]

Le ragazze che l’hanno vista, incuriosite, le fanno domande e Bernardette racconta loro qualcosina. Quel poco è sufficiente perché il mistero venga svelato. Toinette racconta alla mamma quel che Bernardette aveva visto. Marie Loiuse, alla conferma della ragazza, rifiuta di crede, la punisce e le vieta di ritornare alla grotta. Evidentemente la donna temeva che la voce, spargendosi per il paese, creasse ulteriori problemi alla famiglia a cui certo non ne mancavano.

In questa prima apparizione, come abbiamo raccontato, la Madonna è rimasta in silenzio. Ma la sua presenza e il suo agire sono pregni di significato. Riflettiamo, in particolare, sul primo atto compiuto dalla Signora: il segno di Croce. La Madonna si segnò e solo dopo che l’ebbe fatto Lei Bernardette poté fare altrettanto perché quel segno di croce, a dire della veggente, era inimitabile, tracciato in maniera calma, solenne, maestosa.

La croce riporta alla redenzione operata da Gesù, culmine e sintesi dell’intera economia della salvezza. È il distintivo del cristiano, la sua unica gloria. Nella croce si trovano grazia e salvezza. Segnarsi col segno di croce significa rivelare e testimoniare la propria identità cristiana e consacrare alla Santissima Trinità tutta la propria vita, tutto il proprio essere. Maria visita la terra per una missione che Dio le ha affidato e il suo obiettivo è quello di rendere attuali i frutti della salvezza che scaturiscono dalla croce di Cristo. Era ben giusto allora che a Lourdes il segno della croce fosse presente proprio all’inizio come la “porta” che introduce all’interno delle apparizioni e ne illumina il significato più profondo.

La centralità della croce è un messaggio importantissimo per la Chiesa, oggi in modo particolare. La tentazione di trasformare la sequela evangelica in una via larga e spaziosa, di cambiare la pietra in pane, di eliminare la croce dall’orizzonte della vita cristiana diventa sempre più suadente. Ma questo falso cristianesimo non converte nessuno perché la conversione è frutto della grazia e la grazia sgorga dalla Croce. Come San Paolo dovremo ritornare a credere e annunciare solo Cristo e questi crocifisso: “Noi invece annunciamo Cristo crocifisso: scandalo per i Giudei e stoltezza per i pagani; ma per coloro che sono chiamati, sia Giudei che Greci, Cristo è potenza di Dio e sapienza di Dio” (1Cor 1,23-24).

[1] René Laurentin, Andrea Tornielli, Lourdes, inchiesta sul mistero a 150 anni dalle apparizioni, ediz. Art, Roma, 2008, pp. 37-39.

[2] padre Livio Fanzaga, Saverio Gaeta, La firma di Maria, ed. Sugarco, Milano, 2007, p. 51.

[3] Inchiesta sul mistero, op. cit., pp. 39-40.

[4] op. cit., p. 40.

Fonte

Estratto da: LE APPRIZIONI DI LOURDES, “Mistero, apparizioni e messaggio”, Fra Pietro M Pedalino 

SANTA GIORNATA!