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Pensiero del Giorno 8 marzo

Ave Maria!

“Padre nostro che sei nei cieli […] ” Mt6,7-15

“La parola uscita dalla mia bocca -dice il Signore- non ritornerà a me vuota, senza aver operato quanto è mio desiderio” La parola di Dio è efficace e produce sempre quanto esprime. Così le promesse di Dio si sono tutte avverate attraverso i secoli senza che la malvagità degli uomini abbia potuto far deviare i disegni divini.

La parola di Dio e seme fecondo che produce frutti di Santità in coloro che la accolgono con cuore ben disposto. Non c’è Parola di Dio che vada a vuoto, se vi è chi la respinge e per questo si perde, non per questo essa perde la sua efficacia; porterà frutto altrove e comunque la Volontà di Dio si realizzerà.

Non c’è parola di Dio che vada a vuoto. Sì, purtroppo mi è chi la respinge e quindi si perde non per questo essa perde la sua efficacia. Porterà frutto altrove. E comunque la volontà di Dio si realizzerà.

Quando la preghiera è espressione genuina dei sentimenti del cuore e non recita meccanica di formule ripetute più per abitudine che per intima convinzione, è sempre ascoltata ed è sempre efficace, anche se il risultato immediato non è quello che l’uomo si attende. Lo stile di Dio è diverso da quello degli uomini; egli costruisce il suo Regno, attua la sua volontà, provvede al bene delle sue creature per vie spesso oscure e sconosciute alla mente umana. E tuttavia conduce infallibilmente ogni cosa al suo ultimo fine, al vero bene.

Come il pane è necessario alla vita fisica, così il perdono dei peccati è necessario per la vita spirituale. Poiché tutti commettiamo molti falli, abbiamo continuamente bisogno della Misericordia di Dio e dobbiamo ogni giorno pregare: “E rimetti a noi i nostri debiti”. Chi può dispensar si dà questa umile preghiera? Ma sarebbe vano pronunciarla con le labbra se il cuore non fosse pentito, deciso a convertirsi, profondamente convinto di aver bisogno del perdono divino. Per l’uomo fatto di sensi, la fame può essere una spina più pungente del peccato; la necessità di ricorrere a Dio per chiedergli il pane può essere più sentita che non quella di implorare il suo perdono. Eppure anche qui vale il detto scritturistico: “Non di solo pane vive l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio” e soprattutto della sua parola di perdono. Se l’uomo peccatore vive, vive per il perdono di Dio.

Alla domanda di perdono Gesù ha unito la condizione della sua efficacia: “E rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori”. Il dovere Verso Dio- chiedere perdono- è legato a un dovere verso il prossimo- perdonare agli altri- ed è proprio il secondo che rende valido il compimento del primo. Dio che si è fatto Salvatore degli uomini e li vuole tutti salvi, è sempre disposto a concedere il perdono, tuttavia ne esaudisce la domanda solo quando l’uomo ha già fatto la sua parte con il fratello debitore.

 La Quaresima ci richiama a penitenza ci invita a implorare da Dio il perdono dei peccati e perciò ci impegna a perdonarci scambievolmente perché possiamo elevare al Signore la nostra preghiera, senza timore di essere respinti. La preghiera che realizza questi requisiti ha un’efficacia assicurata dalla parola stessa del Signore: “perdonate e vi sarà perdonato; date e vi sarà dato”. Così la preghiera attira la Misericordia divina ed espia le colpe commesse, soprattutto quando è legata al Sacramento della Penitenza, perché allora “viene resa partecipe in modo speciale dall’ infinita espiazione di Cristo”, o quando nella Santa Messa, è unita alla preghiera e al sacrificio del Signore, il quale ogni giorno offre se stesso al Padre come «vittima immolata per la nostra redenzione».

Santa Giornata!