Terzo Mistero Glorioso

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 La Discesa dello Spirito Santo.

  1. Gesù, prima della sua Ascensione, aveva detto agli Apostoli: “Giovanni ha battezzato con acqua, voi invece sarete battezzati in Spirito Santo fra non molti giorni” (At 1,5). “Entrati in città, salirono al piano superiore dove abitavano. C’erano Pietro e Giovanni, Giacomo e Andrea, Filippo e Tommaso, Bartolomeo e Matteo, Giacomo di Alfeo e Simone lo Zelota e Giuda di Giacomo. Tutti questi erano assidui e concordi nella preghiera, insieme con alcune donne e con Maria, la Madre di Gesù, e con i fratelli di lui” (At 1,13-14).

“E stavano sempre nel tempio lodando Dio” (Lc 24,53).

Penetra, anima mia, nel Cenacolo. Maria, Madre di Gesù, prega con gli Apostoli e coi Discepoli, ed essi si uniscono con confidenza alle preghiere di questa Santa Vergine per sollecitare la discesa dello Spirito Santo. Che cosa non dobbiamo sperare anche noi nelle nostre suppliche, quando vogliamo invocare una sì potente Avvocata? Ella è la Madre di Gesù; questo solo titolo è un impegno della sua bontà e del suo potere.

Contempliamoli tutti insieme, mentre il loro spirito e il loro cuore pregano intimamente e si esprimono con tanta maggior forza, quanto i loro desideri e il loro amore formano tutto il loro linguaggio. Che fede, che rispetto, che raccoglimento!

Ecco quali sono le disposizioni efficaci e necessarie per ricevere i doni dello Spirito Santo: il contatto con la Santa Vergine, Sposa diletta di Lui, e la fervida e perseverante preghiera, soprattutto in comune, perché manifesta l’unione di fede e di carità con la Chiesa Cattolica, in cui tutti i fedeli sono membri di un sol corpo, e il Sommo Pontefice n’è il Capo visibile.

O Maria, che fosti sempre Maestra della Chiesa, e piena di tutti i doni dello Spirito Santo, insegnami Tu a ben pregare: prega Tu stessa per me, e traimi dal più profondo dei cuore quei gemiti e quei sospiri che valgono ad attirare in me lo Spirito Santo. Ispira all’anima mia, e poni sulle mie labbra le preghiere più conformi al tuo Cuore, che più giungano gradite a Te, e pienamente siano esaudite da questo Dio di bontà.

Spirito di Bontà e di Amore, penetra anche il mio cuore, e feriscilo col dardo del tuo divin fuoco, affinché non cessi mai dal pregare, secondo il consiglio del Salvatore, con fede viva, con attenzione esatta, con umiltà profonda, con fiducia inalterabile, con generosa perseveranza, e sopra tutto, con amore sì fervente, che niente possa mai rallentarlo. Gesù ce lo ha promesso: “Chi chiede ottiene, chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto” (Lc 11,10).

  1. Considera, anima mia, che come i Patriarchi e i Profeti contribuirono coi loro sospiri ad attirar sulla terra il Divin Verbo, così lo Spirito Santo vuol essere invocato coi desideri. Apriamogli dunque non solamente la nostra bocca, ma tutto il nostro cuore, e l’anima nostra, per poter dire col salmista: “Apro anelante la bocca perché desidero i tuoi comandamenti” (Sal 119,131).

Ma questo Dio di bontà previene sempre le sue creature: “Io ti ho amato, con amore eterno, e perciò, tocco delle miserie tue, ti ho tratto a me” (Cfr. Ger 31,3). E Gesù diceva ai suoi apostoli: “Io quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me” (Gv 12,32).

Ripeti dunque sovente, anima mia, con la Sposa dei Sacri Cantici: “Attirami o Signore, dietro a te, così correremo all’odore dei profumi tuoi” (Cfr. Ct 1,34).

Contempla, anima mia, quel che avvenne il dì della Pentecoste. “Si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all’improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo, e riempì tutta la casa dove si trovavano” (At 2,1-2). Comprendi che, come il vento dissipa le nubi, purifica l’aria, così entrando in un’anima, lo Spirito Santo purga anzitutto la mente dai pensieri cattivi, il cuore dagli affetti terreni, dirada le tenebre dell’intelletto, e poi fa rivivere l’anima d’una vita tutta divina. Col suo soffio Egli diede la vita all’umanità e alla Chiesa di Dio: e con esso la conserverà per tutti i secoli. “Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro; ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo” (At 2,3-4).

Vedi quelle lingue di fuoco elevate, splendenti, bipartite, che riposano su di questi Santi…

Ecco le espressioni della divina Bontà. Discende questo Spirito, sotto il simbolo delle lingue. La superbia degli uomini fu causa della confusione delle lingue nella Torre di Babele, che li separò l’un dall’altro; la venuta dello Spirito Santo portò agli Apostoli il dono delle lingue, per il quale i popoli d’ogni nazione furono uniti nell’unità della Fede nella Chiesa Cattolica. E lingua di fuoco è lo Spirito Santo, perché viva fonte di carità. Come il fuoco purifica i metalli distruggendo ciò che hanno d’impuro; così lo Spirito Santo è fuoco ardente, che purifica l’anima da tutte le sozzure. Consuma tutto ciò che gli fa ostacolo, come affetti ai beni caduchi, rispetti umani, vanità e comodi della vita; e poi gli affetti del cuore e i pensieri della mente eleva al cielo, e fa sciogliere la lingua alle divine lodi.

È un fuoco luminoso, che illumina lo spirito facendogli chiara la malizia delle colpe commesse e l’ingratitudine usata contro Dio Benefattore. È un fuoco dolce, che s’insinua nel cuore, lo penetra e lo infiamma. Infine è fuoco che si leva al cielo con le fiamme, fuoco di amore: questo è essenziale di sua natura, perché procede dal Padre e dal Figlio per via d’amore; quindi ama di comunicare ciò che ha, ossia ch’Egli è, ed infonde nell’anima la carità e lo zelo.

Oh, altezza e grandezza della bontà di Dio! Propaga la sua verità, la sua Chiesa per mezzo dei dodici pescatori della Giudea, che erano stimati rozzi e stolti dal mondo dinanzi alla sapienza dei Greci e dei Romani! Quegli uomini grossolani ignoranti e così timidi, che abbandonarono vilmente il loro Maestro nel tempo della sua Passione, accesi di questo fuoco divino che loro comunica lo Spirito Santo, confessarono in ogni sorta di lingue le glorie del suo nome. “E cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito Santo dava loro il potere di esprimersi” (At 2,4).

Predicano a Gerusalemme Gesù Crocifisso e il Vangelo a tutte le nazioni della terra. “Si trovavano allora in Gerusalemme Giudei osservanti di ogni nazione che è sotto il cielo. Venuto quel fragore, la folla si radunò e rimase sbigottita perché ciascuno li sentiva parlare la propria lingua” (At 2,5-6).

Annunziano nel mondo la grandezza del Nazareno, combattono da eroi, e sospinti dallo zelo ardente, incontrano i supplizi, si espongono alla morte; e, soffrendola, trionfano di tutta la sapienza, di tutta la potenza degli uomini, sì da far tremare gli stessi tiranni.

Noi sappiamo bene imitare gli Apostoli nelle infedeltà, nelle pusillanimità, nelle fughe, ma non vogliamo imitarli nel raccoglimento e nelle preghiere incessanti. Prega dunque, anima mia, con tutto il fervore lo Spirito divino, che venga pure su di te in questo giorno, domandagli lo spirito del fervore e il frutto dello zelo.

  1. Il fervore, dicono i Santi Padri, è un movimento soprannaturale dell’anima, che tende incessantemente a unirsi a Dio per via di amore e che supera ogni ostacolo che renda meno perfetta questa unione. È un fuoco divino, una fiamma tutta celeste, uscita dallo Spirito Santo, che genera lo zelo, cioè rende l’anima pronta e coraggiosa ad intraprendere e compiere tutto ciò che Dio le ordina, nonostante tutte le difficoltà. Col moltiplicare atti di amore il cuore si unisce talmente a Dio, che, simile all’Apostolo, sfida le creature tutte, se abbiano mai la forza di separarnela. “Chi mi separerà dalla carità di Cristo?” (Cfr. Rom 8,35). Non la spada, non la fame, non la tirannia degli uomini o delle passioni.

Sempre vigile su se stessa, corregge in sé ogni compiacenza mondana: una parola indiscreta le è tacito rimprovero: non si perdona neppure uno sguardo curioso sulle creature, se non è diretto al Dio che ama.

Ella geme con S. Paolo d’essere ancora sulla terra, il suo esilio le è di peso; ma i fervidi suoi desideri la innalzano incessantemente verso il cielo. Sia che cammini, dice S. Bernardo, o che tenga il silenzio, operi o riposi, mai non si allontana dalla presenza del suo Diletto.

Dell’amore di lui vorrebbe che tutti ardessero. Ma sempre benigna, sempre misericordiosa, per altri prega, per altri soffre.

Questo spirito di santità e di purità non ci santificherà, se non gli facciamo altrettanti sacrifici, quanti sono gli affetti peccaminosi segreti nel nostro cuore. Questo cuore non può restare vuoto: come si spoglia di se medesimo e delle creature, Dio lo riempie del suo spirito. Ma, ohimè, io sono così sensibile alla minima parola che mi dispiaccia, che mi sconvolgo e mi turbo; così pusillanime, che non oso frenare le altrui bestemmie, o riprendere le beffe che si fanno di Dio, della Vergine, del Papa.

O divino Spirito, accendi il mio cuore del tuo irresistibile amore. Ma quante volte, la tua voce si è fatta sentire all’anima mia, senza che io l’abbia ascoltata! Se ti fossi stato fedele, quanti vizi avrei estirpati, quante virtù acquistate, e quali rapidi progressi avrei fatto nella perfezione del mio stato! Sarei tutto di te ripieno, o mio Dio, ed io invece mi trovo sì ripieno di me stesso e di tutte le cose di questa misera terra! Sarei tutto fervido del tuo divino amore, e sono ora sì languido, che neanche oso dire che ti amo! Perdona, o divino Spirito, tutte le mie infedeltà passate, che amaramente deploro. Spezza le mie catene, traimi a te, giacché sono risoluto di esserti fedele. Inclina i cieli e discendi fino al mio nulla: lasciati possedere da sì meschina creatura. Io ti accoglierò con gioia, e ti custodirò fedelmente. Fuoco celeste, purifica il mio cuore.

O santi Apostoli, pregate per me, comunicatemi i vostri ardori, la vostra fede viva, il vostro zelo ardente, fatemi parte dei doni che voi aveste da questo Sommo Spirito di bontà e di amore, affinché anch’io con voi creda fermamente e operi fortemente per Gesù, e con voi venga per sempre a goderlo in cielo. Amen.

VIRTÙ – Zelo

Da: I QUINDICI SABATI DEL ROSARIO, Beato Bartolo Longo, Terziario Domenicano